Cartomanzia - 15a parte - Finito il notiziario, a cena fuori!
Data: 22/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: zorrogatto, Fonte: EroticiRacconti
... sopratutto, valutare se questa tipa era adatta ad entrare a far parte della loro scuderia di troie.
Aveva voluto vestirsi sexy, per l’appuntamento; sopra ai raffinati slippini di pizzo turchese, aveva scelto un tubino blu elettrico, senza spalline -il suo piccolo seno le consentiva di non indossare il reggiseno- ed uno scialle leggero per ripararsi le spalle dal freschetto della sera; un paio di graziosi zoccoletti con tacco otto ed una pochette ricoperta di perline nere, completavano la sua mise per la serata.
Davanti alla specchiera, prima di uscire, apprezzò anche il trucco leggero -nonostante le labbra dipinte di rosso carminio- ed i capelli raccolti in un’alta coda, fermati da un fermaglio da capelli tempestato di strass; poi scese davanti al portone, dove Vito la aspettava in auto.
«Ciao Laura, tesoro: sei splendida!»Lei apprezzò il complimento e contraccambiò il pur breve bacio, che era solo un acconto sugli sviluppi della serata -ne era certa!- come il poco vino versato nel calice per poter valutare la qualità dell’intera bottiglia.
«Sai… -disse Vito mentre ripartivano-... conosco un posto carino, non di lusso, ma dove si mangia un gran bene; ti andrebbe?»
Laura si dichiarò felice di fidarsi della sua scelta e rifletté che quando era con Vito si… si rilassava… si abbandonava e che qualunque cosa lui proponesse, la trovava entusiasta; evidentemente, c’era un gran feeling tra loro due!
Sorrise tra sé, contenta e rilassata.
Ebbe solo una piccola ...
... curiosità da levarsi: «Non ti avevo mai visto con gli occhiali, prima di oggi…»
Vito sorrise: «Sono occhiali da riposo: oggi mi sono molto stancato la vista e non voglio, nella nostra serata!, essere assalito dal malditesta!»
Il «posto carino» era una trattoria, appena fuori porta: graziosa, con le tovaglie a quadri e un buon profumo di cose buone; una decina di tavoli -tre, uniti, occupati da una comitiva abbastanza chiassosa di uomini sulla cinquantina- quasi tutti occupati da coppie o persone sole. Solo uno era occupato da una famigliola con due bimbi piccoli, ma avevano già finito di mangiare il secondo.
La cameriera li condusse al tavolo che aveva tenuto per Vito: era nell’angolo del locale, accostato alla parete e l’uomo la fece accomodare sulla panca contro la parete, mentre lui occupò la sedia di fronte, dando le spalle alla sala.
La cameriera gli propose il menu e poi veleggiò verso la cucina, a portare le ordinazioni.
Laura trovava il posto simpatico e registrava en passant le occhiate ammirate del gruppetto di uomini; vedeva che parlottavano tra loro e poi ridevano, dopo averla guardata, ma c’era abituata e sorrise tra sé, non facendoci neanche caso.
Mentre aspettavano, Vito cominciò a parlare e continuò a parlarle anche mentre apprezzavano i ravioli al sugo di carne, guardandola fissa negli occhi con quel suo sguardo così strano, così penetrante.
Solo dopo aver gustato i primi, ordinarono i secondi coi contorni (Vito aveva preferito così, «per ...