1. Combatti o fuggi 1


    Data: 02/04/2024, Categorie: Etero Tue Racconti Autore: Sterling, Fonte: RaccontiErotici.top

    ... Fa che sia morto...ti prego, fa che sia morto!" 
    Si avvicinò con cautela dalla sinistra quasi sino a trovarsi completamente di fronte alla nave spalancata e, quando finalmente riuscì a vedere l'interno dell'abitacolo , trattenne uno strillo di terrore a fatica.
    
    Lui era lì, sdraiato scompostamente sul sedile reclinato del pilota. 
    Il principe Verfellen era immobile, l'armatura quasi sbriciolata addosso, i segni dello scontro su tutte le sezioni di pelle visibili attraverso le bruciature dei vestiti.
    Era bellissimo e terribile . I capelli corvini lisci, lunghi e scarmigliati gli incorniciavano un viso affilato e cinereo. Gli occhi chiusi e le labbra rosse dischiuse su un'espressione di dolore.
    La sua pelle era liscia, pallida e sudata e dava l'idea di essere dura e impenetrabile, tanto da ricordare una statua di marmo sotto la pioggia.
    E proprio come una statua, Vergit non respirava.
    
    Cali rimase immobile per quelle che sembrarono ore ad osservare quel corpo longilineo e terrificante stare inerte e scomposto, chiedendosi se avrebbe mai osato spostarlo per prendere ciò per cui sera arrivata fin lì. 
    Si guardò attorno nella vana speranza di scorgere Gikan avvicinarsi alla sua posizione ma sapeva che lui era  lontano kilometri e kilometri da lì, sul campo di terra brulla dove aveva combattuto Vergit.
    Ma come diavolo aveva fatto ad arrivare sin lì così velocemente?!
    "Dovrai fare tutto da sola ragazza mia , come al solito. " pensò riportando l'attenzione sul corpo del ...
    ... condottiero. "Sperare in Gikan non ti ha mai portato altro che.."
    Si immobilizzò. 
    Nulla era cambiato nell'immagine di pochi secondi prima se non un fatale, singolo, terribile dettaglio.
    Gli occhi di Vergit erano aperti e vigili e la stavano fissando.
    Cali lanciò un trillo mentre inciampava all'indietro dallo spavento e atterrava sulle natiche, stracciandosi le calze ancora di più. 
    Le sue armi, dov'erano?!! 
    Con una delusione cocente si rese conto di averle lasciate indietro insieme all'armatura quando era scivolata all'interno del cratere.
    "Pensa cretina, pensa!!" 
    Atterrita ,vide Vergit alzarsi con grazia e piazzarsi eretto dinnanzi a lei, i suoi movimenti non tradivano minimamente dolore o scomodità,  come se le sue ferite non avessero nessun effetto su di lui. 
    La guardò per lunghi attimi con sguardo incuriosito e poi, finalmente, un ghigno crudele e divertito si stampò sui suoi lineamenti regali.
    La transizione fù istantanea e quell'espressione gli si addiceva perfettamente,  come se fosse il suo stato naturale.
    Lo stato naturale di un assassino che prova piacere nell'uccidere.
    Lentamente incrociò le braccia sul petto e inclinò il capo da un lato, osservandola.
    
    - E così stavi cercando di fare il lavoro sporco per il tuo amichetto , eh? Che c'è,  Gikan è davvero così debole da mandare la sua femmina a tagliarmi la gola nel sonno piuttosto che affrontarmi direttamente?- disse il barbaro ammiccando.
    -Io non sono la sua femmina!! E non stavo facendo nessun ...