1. Quella santa donna della zia sandra


    Data: 14/10/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alebardi, Fonte: Annunci69

    ... violenta che le fece voltare la faccia a destra. Il suo grido di dolore fu coperto dalla mia voce perentoria: “spogliati! O tutto il paese saprà che rubi in chiesa!”.
    
    Si voltò tenendosi una mano sulla guancia che avevo colpito. Incrociò il mio sguardo, e dal gelo nel quale si trovò immersa, capì che avevo smesso di scherzare.
    
    Abbassò gli occhi e ricominciò a piangere. Mi sentii avvampare da un calore sconvolgente, mentre il mio cazzo, durissimo sotto i pantaloni, mi stava mandando evidenti messaggi di impazienza.
    
    Guardai la zia Sandra che, tra un singhiozzo e l’altro, cominciò a sbottonarsi la camicia. “Finalmente!”, pensai. Aveva capito.
    
    Le tremavano le mani, ma quando riuscì a slacciare anche l’ultimo bottone, e lasciò cadere la camicia per terra, rimasi paralizzato nell’ammirare le sue tette giganti. Il reggiseno bianco che indossava non avrebbe mai potuto coprire tutta quella carne rosa che mi stava riempiendo la vista. Era sicuramente il seno più grosso che il mio sguardo avesse mai incontrato. Erano una distesa di morbidezza che sembrava non finire mai, e nella quale provai l’istinto di tuffarmi, ma non era ancora giunto il momento.
    
    Rimase ferma immobile, con lo sguardo che non voleva staccarsi dal pavimento.
    
    La incoraggiai. Le accarezzai la guancia sinistra, ancora arrossata per la sberla di poco prima, e le sussurrai: “brava zia. E adesso togliti la gonna”.
    
    Vidi le sue mani armeggiare con la lampo che aveva sul fianco sinistro, e pochi istanti ...
    ... dopo la gonna scivolò per terra. Lei alzò i piedi, uno alla volta, e si staccò definitivamente da quel pezzo di tessuto che lasciò inerme sul pavimento.
    
    Nel fare quel movimento si era anche tolta i sandali, rimanendo così a piedi nudi. Passai alcuni secondi confermando a me stesso quello che già sapevo. Davanti a me avevo una donna cinquantacinquenne, ancora attraente. Le gambe erano assolutamente proporzionate, decisamente una bella linea, e terminavano in piedi ben fatti, che mia zia mostrava raramente ma che, ora me ne accorsi, erano davvero sensuali, con quella linea perfetta e con quelle unghie smaltate di rosso scuro.
    
    Rialzai lo sguardo su di lei, che non aveva ancora smesso di piangere. “Avanti, zia… spogliati!”.
    
    Mi rispose con una voce tremante: “ti prego… Ale…”.
    
    Le accarezzai di nuovo la guancia sinistra: “zia, hai una pelle così delicata… non obbligarmi a darti un’altra sberla…”.
    
    “Ti prego…”, mi stava davvero supplicando.
    
    Le strinsi leggermente la guancia e le sussurrai: “o ti spogli… o mando la foto al Don…”.
    
    Al solo pensiero, la povera donna ricominciò a piangere, singhiozzando ancora più forte di prima. Ma tra un singhiozzo e l’altro, la vidi allungare le mani all’indietro, sulla schiena. Si slacciò il reggiseno e me lo consegnò, come fosse stato il simbolo della sua capitolazione al generale vincitore.
    
    Feci un passo indietro e rimasi a guardarla in tutta la sua interezza. Si era portata le mani sul seno, per nasconderlo alla mia vista. Un ...
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