1. Quella santa donna della zia sandra


    Data: 14/10/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: alebardi, Fonte: Annunci69

    ... avuto un sorriso così luminoso, ma quando la zia Sandra tornò a guardarmi l’avevo già fatto sparire.
    
    Mi sussurrò: “e come mi vuoi punire?”.
    
    Ecco la domanda alla quale volevo arrivare. E la risposta era già pronta da un pezzo. Mi alzai, le presi entrambe le mani nelle mie e la spinsi ad alzarsi a sua volta. “Vieni…”, le dissi piano, e tenendo la sua mano destra nella mia, me la portai dietro.
    
    Mi incamminai verso le scale che scendevano in taverna e non risposi alla sua domanda: “dove mi porti?”.
    
    Lo capì da sola, pochi secondi dopo, quando entrammo in un’ampia stanza che usavo per divertirmi con le donne che ogni tanto passavano da casa mia alla ricerca di emozioni forti.
    
    Entrammo e mi chiusi la porta alle spalle, rendendo in questo modo perfetto il sistema di insonorizzazione che avevo fatto mettere non più di un anno prima.
    
    Rimasi un istante a guardare mia zia che osservava la taverna. Nell’angolo più lontano dalla porta, in fondo a sinistra, c’era un grande divano di pelle nera, mentre sul lato destro della stanza, su un bancone da bar, lungo un paio di metri, facevano bella figura diverse bottiglie di liquori. Dietro al bancone c’era un frigorifero e un piccolo piano cottura, che usavo per scaldare qualche stuzzichino ogni tanto, quando avevo ospiti.
    
    Sono sicuro che non si accorse del gancio d’acciaio che stava attaccato al soffitto, in mezzo alla stanza. Non poteva sapere per cosa lo usavo, così come non poteva sapere quali strumenti di piacere ...
    ... stessero riposando nei cassetti del mobile in noce che stava appoggiato contro il muro di sinistra.
    
    “Siediti”, le dissi indicandole uno dei due sgabelli che stavano davanti al bancone del bar. Presi una bottiglia di rum, Zacapa venticinque anni, e riempii due piccoli bicchieri di cristallo. Gliene porsi uno e le diedi il primo ordine di quello che sarebbe stato un lungo pomeriggio: “bevi!”.
    
    “Ma io non bevo alcolici…”.
    
    “Zia, bevi! Ti aiuterà…”.
    
    Mi guardò perplessa: “mi aiuterà a fare cosa?”.
    
    La voce che le rispose era una lama gelida: “a sopportare la punizione!”.
    
    Rimase alcuni secondi ferma immobile, con gli occhi fissi nei miei. Fu forse in quel momento che iniziò a capire. Bevve il suo rum lentamente, come fosse una medicina cattiva, ma alla fine vuotò il bicchiere.
    
    Accompagnai le sue smorfie bevendo il mio in un sorso solo, poi le presi le mani e la portai in mezzo alla stanza.
    
    Mi misi di fronte a lei e passai il mio sguardo lungo tutto il suo corpo, lentamente, godendomi appieno quegli attimi di silenziosa attesa. Lei se ne stava ferma immobile, con le mani lungo i fianchi, lasciandosi guardare, aspettando un mio ordine.
    
    E l’ordine arrivò: “spogliati!”.
    
    Sprofondò nei miei occhi: “cosa???”.
    
    “Ti ho detto di spogliarti!”.
    
    “Ale, ma sei matto?”.
    
    “Zia, la punizione è cominciata. Devi fare quello che ti dico io”.
    
    “No! Non mi posso spogliare davanti a mio nipote!”.
    
    La sberla con cui la colpii sulla guancia sinistra fu talmente repentina e ...
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