1. Ritorno in Trinacria


    Data: 09/10/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... cercare di imbastire scuse. “Senti, io…” la voglia di scusarmi si è fatta bruciante, ma vengo subito interrotto. “Lascia perdere, non ne parliamo più.” “Ma aspetta!” “Oggi mi vedo con alcuni amici, penso che sarò fuori per tutta la giornata. Di sicuro non ci sarò a pranzo. Mi faccio viva per telefono. Ciao.” Naty afferra la borsa, indossa gli occhiali da sole ed esce di casa, lasciandomi solo con i miei pensieri, che adesso convergono tutti verso un robustissimo senso di colpa, misto a blande ondate di panico e vergogna derivanti dall’idea che Naty possa raccontare tutto a qualcuno. Mentre mi cruccio però, un paio di pensieri non esattamente virtuosi mi attraversano la mente: ieri sera Naty si è lasciata guardare. Certo, il motivo è assolutamente ignoto, eppure lo ha fatto. In più non ha fatto alcuna scenata, anzi per certi versi sembrava del tutto calma, almeno superficialmente; infine, non ha preteso che cancellassi le foto dal mio cellulare. A quest’ultima considerazione mi fiondo verso il telefono per controllare che non lo abbia fatto lei personalmente: no, le foto sono ancora lì. Senza quasi rendermene conto mi ritrovo a scorrerle senza soluzione di continuità, soffermandomi sui seni burrosi e sul monte di Venere ricoperto da una leggera peluria. Sento il pene inturgidirsi prepotentemente, e questo mi spegne i bollenti spiriti quasi immediatamente. “Hai già fatto casino ieri sera, direi che sei a posto per un paio di decenni,” borbotto tra me e me. La giornata ...
    ... trascorre pigramente, tra l’impietoso caldo agostano e gli strascichi di apprensione per gli eventi della sera prima, finché non mi viene l’idea di cercare di rabbonire Naty con una cenetta casalinga piena di attenzioni nei suoi confronti. Nonostante le mie quotazioni non siano incoraggianti, decido che vale comunque la pena di provarci. Do fondo al congelatore, al portafogli e vado a svaligiare il supermercato, preparandomi a passare la giornata ai fornelli, marinandomi nei sensi di colpa per arrivare all’ora di cena con lo spirito contrito al punto giusto. Finalmente, nel tardissimo pomeriggio, arriva il messaggio che stavo aspettando: “Se non è un problema, ceno da te.” “Nessun problema,” le scrivo. “La cena sarà servita alle 20:30.” L’emoticon col pollice in su è decisamente laconica, ma in qualche modo fa ben sperare.
    
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    Il campanello trilla, e dopo avere aperto la porta prendo la bottiglia di prosecco e riempio due calici. Naty entra, si volta per lasciare la borsa sull’appendiabiti e poi si sofferma a guardare la tavola perfettamente apparecchiata, con una rosa a centrotavola, e il bicchiere colmo di vino che le porgo. Noto con piacere che suo malgrado, le labbra le si incurvano in un sorriso, e che accetta di buon grado il calice di vino. “A cosa devo questo onore?” mi chiede a voce bassa, sorniona. Le sorrido lievemente, e faccio per passarle alle spalle e scostarle la sedia per farla sedere, come si fa nei ristoranti di ...
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