Ritorno in Trinacria
Data: 09/10/2018,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu
... classe. “Dammi almeno il tempo di una doccia, no?” “Va bene, vai pure, ma non ti seppellire nella vasca.” “Figurati, ho una fame… dammi dieci minuti.” Mentre torno in cucina a tenere sotto controllo i fornelli, sento gli sciacquii provenienti dal bagno, e la voce sommessa di Naty che canticchia. In effetti, la sua voce si sente fin troppo bene… la porta del bagno non è chiusa, bensì accostata appena, e un generoso spiraglio lascia intravedere più di metà della stanza, vasca compresa. Questa situazione rimette prepotentemente in moto il mio cervello e i miei pensieri, ma stavolta sono determinato a mantenere il controllo e a ‘fare il bravo’, come si suol dire. Volto quindi le spalle alla porta socchiusa, o per meglio dire semiaperta, del bagno e mi riempio un altro bicchiere di vino, facendo la spola tra il piano cottura e la tavola apparecchiata. Per fortuna quando Naty esce dal bagno io mi trovo in cucina. “Datti una mossa,” la sollecito, “non vorrai mangiare di nuovo la pasta scotta!” “Metto addosso qualcosa e arrivo,” risponde lei pigramente. Accendo una candela giusto per fare atmosfera, e riempio due piatti di ravioli al burro e salvia. Sento i passi di Naty che si avvicinano: “Complimenti per il tempismo”, dico. Poi giro attorno al tavolo, e mi metto di nuovo dietro la sedia, deciso ad essere galante fino in fondo. Per poco non mi prende un colpo: Naty si è vestita di tutto punto con delle décolleté verde smeraldo e un vestito dello stesso colore, allacciato dietro la ...
... nuca e che le lascia la schiena scoperta, nonché con una scollatura vertiginosa sul davanti. Mi accorgo di stare stringendo lo schienale della sedia talmente forte da farmi sbiancare le nocche delle mani, e mi rendo conto anche di essere rimasto qualche istante a bocca aperta. Parecchio infastidito dal mio comportarmi come uno sprovveduto alle prime armi, ma anche perplesso dall’atteggiamento di Natalia, cerco di rimettermi in carreggiata: “Stai davvero bene con questo vestito, il colore si sposa alla perfezione con quello dei tuoi capelli”, le dico cercando di suonare perfettamente calmo, quasi noncurante, e provando a dare alla mia voce un tono fermo. “Grazie, l’ho preso a Milano. Era perfino in saldo!” mi sorride Naty, prendendo finalmente posto, e chinandosi sul piatto per sentire il profumo. “Mmm, ravioli freschi! Ti sei dato davvero da fare… devi sentirti proprio in colpa!” Incasso il colpo, rimanendo nell’equilibrio della mia bolla zen: “È un modo come un altro per scusarmi,” ammetto. “Già, già,” risponde lei, con fare beffardo, e vagamente civettuolo. “Beh, spero ci sia come minimo una seconda portata: hai parecchio da farti perdonare!” “Certo che c’è una seconda portata!” esclamo, fintamente piccato. “Se è per questo c’è anche il dolce.” “Bene, ma intanto versa un altro bicchiere!” Naty mi porge il calice vuoto. “Vacci piano: il vino è fresco e va giù senza rendertene conto, ma è abbastanza forte da stenderti. E io non ho nessuna intenzione di trascinarti sul divano.” ...