1. Ritorno in Trinacria


    Data: 09/10/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... che si deve provare nello sfiorare quei centimetri di epidermide scoperta, al calore che emana dal suo corpo. Vengo risucchiato fuori bruscamente dal filo di questi pensieri da una gomitata tra le costole, e dalla voce di Naty che mi sibila all’orecchio: “A che cavolo stai pensando?! Ti hanno appena fatto una domanda!” Visibilmente imbarazzato e con una metà abbondante di cervello ancora concentrata su mia sorella, rivolgo la quantità di attenzione appena sufficiente a portare avanti una conversazione ai miei, che vogliono sapere dov’è che andremo a cena. “Andremo in centro, in una trattoria che ha aperto da poco, e dove mi hanno detto che si mangia bene a prezzi onesti”. “Bravo,” esclama Naty prendendomi a braccetto, “ho proprio bisogno di rifarmi: a Milano non si trova nulla della roba buona che fanno qui!” Trascorriamo chiacchierando poche manciate di minuti ancora, poi Naty mi afferra per un polso facendomi capire che si è stufata di stare lì, così iniziamo a salutare e ci congediamo dai parenti. “Si può sapere a che accidenti stavi pensando prima? Ti sei alienato da tutti, e mi hai lasciata sola a sciropparmi il terzo grado del parentado!” “Sì, scusa… sono un po’ distratto ultimamente,” butto lì. “Non è che c’è di mezzo qualcuna?” mi chiede lei, sogghignando. “Certo, come no. Lo sai che la mia agenda degli appuntamenti galanti è piena a tappo,” rispondo sarcasticamente, gli occhi fissi sulla strada. “Ah, ah, ah. Scommetto che non metti il naso fuori di casa da ...
    ... settimane.” “No, davvero. C’è la fila di ragazze che non vedono l’ora di avere intrallazzi col sottoscritto.” “Non mi dire che pensi ancora alla tua ex!” lo sguardo di Naty si fa un po’ più serio, perdendo qualcosa della luce che aveva avuto fino a qualche secondo prima. “Ti lascio il beneficio del dubbio,” rispondo, cercando di essere evasivo. Mi dà un po’ fastidio l’idea che mia sorella si possa preoccupare per me, e non mi infastidisce anche essere ‘l’anello debole della catena’, per così dire. “Ah, ma io non ho alcun dubbio!” mi rimbecca lei, tagliente. “Sai che diceva Oscar Wilde? Che solo gli stupidi non hanno dubbi.” Stavolta è il mio turno di sogghignare. “Ma per quanto tempo ancora vuoi starci male?” insiste Naty, che non si arrende mai senza dare battaglia. Lascio che sia il mio silenzio a parlare per me: abbiamo discusso l’argomento decine di volte, e Naty sa perfettamente come la penso, così come io so perfettamente come la pensa lei; abbiamo spesso modi di vedere antitetici, ma altrettanto spesso la franchezza – a tratti brutale – e la determinazione di mia sorella si sono rivelati d’aiuto, superato il primo impatto. Rimaniamo in silenzio per il resto del tragitto: rimugino sui miei pensieri in ordine sparso, ma inevitabilmente finisco per concentrarmi su Natalia, che ha iniziato a trafficare col cellulare. Ho appena posteggiato, dopo un quarto d’ora di giri alla ricerca di un posteggio, conditi da improperi più o meno coloriti, quando: “un sorriso per la stampa!” urla ...
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