1. Ritorno in Trinacria


    Data: 09/10/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... mentre eravamo seduti a mangiare. “Ma dove ti eri andato a cacciare mentre cuoceva?” Io non avevo il coraggio di guardarla negli occhi per l’imbarazzo, e non riuscii nemmeno a inventare una scusa anche solo vagamente plausibile sul perché mi ero allontanato tanto dai fornelli. “Oh dai, non è mica la fine del mondo”, disse allora lei, attribuendo il mio atteggiamento al pasticcio in cucina. “No, no,” borbottai, sollevando lo sguardo di appena qualche centimetro, e riabbassandolo subito. Ma ormai il danno era fatto: la scena che avevo visto in camera da letto mi si era impressa a fuoco in testa, e io sapevo che non me ne sarei più dimenticato.
    
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    Dopo pranzo io e Natalia ci scambiammo i ruoli: lei si offrì di lavare i piatti e io, fingendo di non volere che lei si disturbasse, finii con lo schiacciare un pisolino sul divano. Quando mi svegliai la trovai a truccarsi davanti allo specchio del bagno. “Ehi,” la apostrofai, “perché ti stai facendo così bella per andare a salutare i parenti?” “Avevi detto che mi avresti portata a cena fuori!” replicò Naty, dandomi le spalle e guardandomi imbronciata dallo specchio, con tanto di labbro inferiore sporgente, come una bambina. “Certo che ti ci porto,” replicai, “ma non vedo il motivo di tanti preparativi,” dissi sogghignando, “In fondo il trucco non fa miracoli.” Lo specchio mi restituì l’immagine di mia sorella che alzava il dito medio. “Se sarò fortunata incontrerò un bel tipo che non ...
    ... sia stronzo come mio fratello, e la serata sarà salva. Ergo, meglio essere preparate.” Mentre Naty mi rispondeva a tono, il mio sguardo vagava sulle sue labbra socchiuse che formavano un piccolo ovale aggraziato, sulle sue gambe e sui piedi nudi, uno dei quali era leggermente sollevato, come se lei stesse per muovere un passo. I miei occhi percorsero la caviglia, il polpaccio, la coscia e il gluteo leggermente contratto; inconsciamente deglutii, poi mi allontanai: “Muoviti, ché dopo il bagno serve a me”. I saluti ai parenti prendono una buona parte del pomeriggio, ma la cosa non mi dispiace: l’attenzione di tutti è concentrata su Naty, sul suo nuovo lavoro, sul nuovo appartamento, sui colleghi e compagnia bella; tutto questo mi dà la possibilità di osservarla senza preoccupazioni di sorta: niente di più facile che giustificare l’intensità del mio sguardo con la scusa che non ho potuto vedere la mia sorellina per mesi. Indossa un vestito a fiori, elegante ma non troppo, con una scollatura a barchetta che si modella perfettamente sulle sue curve, e ai piedi porta dei sandali alla schiava, con l’allacciatura non troppo alta, e con pochi centimetri di tacco. Ha le gambe e le spalle nude, e la pelle più che abbronzata arrossata dai pochi giorni trascorsi sotto il sole greco. Profuma di fiori e le ciocche infiammate che le scendono dalla testa le lasciano scoperta gran parte del collo. Mi immergo sempre più nella contemplazione della sua pelle, penso al suo profumo, alla sensazione ...
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