Ritorno in Trinacria
Data: 09/10/2018,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu
... vino si era portato a spasso buona parte delle mie sinapsi. “A giudicare dalla tua mano direi che tu non stai messo meglio,” disse Naty ridendo, e facendomi notare che la mia mano era ancora posata sul suo seno. Anzi, a dirla tutta avevo anche cominciato a palparlo, e sentivo il suo capezzolo decisamente turgido sotto la stoffa del vestito. A quel punto, in un guizzo di moralità piuttosto ipocrita, scostai la mano e borbottai: “Sei mia sorella, non possiamo mica…” Naty troncò la mia frase a metà, tappandomi la bocca con una mano, una mano che profumava maledettamente di buono. “Vieni con me, andiamo,” disse trascinandomi verso la camera da letto. Mi sdraiai con un sospiro soddisfatto, rendendomi appena conto che qualsiasi traccia della mia traballante morale si era smaterializzata nei pochi passi che separavano il tavolo dove avevamo cenato dalla camera da letto. E in fondo, la cosa non mi dispiaceva. Affatto. Dalla finestra semiaperta filtrava abbastanza luce da lasciare la stanza in penombra. Vidi Naty sfilarsi le scarpe e poi muoversi sinuosa, con quel movimento tipicamente femminile che mi faceva sempre pensare alle Sirene; sollevò leggermente un piede, poi l’altro, poi si chinò a raccogliere qualcosa, e capii che si era sfilata le mutandine. Dopodiché salì sul letto e si mise a cavalcioni su di me. Provai a protestare, ma venni smentito immediatamente dalle mie mani che si posarono sulle sue cosce come dotate di vita propria, come se quello fosse il posto più naturale ...
... su cui posarsi. La pelle di Naty mi mandava fuori di testa, il solo contatto delle mani sulle sue cosce mi mandava scariche di adrenalina al cervello. “Chiudi gli occhi,” mi sussurrò Naty con la sua voce, che era diventata roca e bassa, eccitante da morire. Sentii il suo busto chinarsi su di me, e avvertii il piacevole peso del suo seno sul mio petto, mentre le mani mi sbottonavano lentamente la camicia. “Sono tua sorella, certo, ma prima di tutto sono una ragazza…” Tra l’euforia provocata dal vino e gli occhi che Naty mi aveva chiesto di chiudere, mi sentivo quasi in un sogno, una reverie; mi parve buffo che adesso era la parte di me che aveva cercato di mantenere il controllo per l’intera serata ad essersi ridotta a una vocina debole, quasi insignificante, relegata in un angolino della mia mente, mentre quella guidata dalla mia concupiscenza e dai miei appetiti squillava risuonando a tutto volume. Nell’istante in cui sentii la lingua di mia sorella farsi strada dentro la mia bocca, alla ricerca della mia, decisi di smetterla una buona volta di perdermi nei miei pensieri, e di concentrarmi sulle sensazioni che stavo provando. La lingua di Naty era morbida e calda, si muoveva delicatamente, ma con maestria, e si intrecciava con la mia, dandomi la sensazione di essere giunto in un luogo che avevo cercato per tutta la vita, senza nemmeno rendermene conto. Dal canto mio, sentii risvegliarsi in me una specie di fame atavica, un impulso impossibile da ignorare, tanto prepotente da ...