Memorie e ricordi
Data: 09/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... cupidigia il tuo sesso tenendoti forte con le mani le natiche e ti sento gemere, il sapore è molto forte, l’odore è penetrante, mi bagno la bocca, il mento, dato che adesso è un insieme di me e di te. Tu continui straordinariamente a gemere e con le mani vuoi guidare la mia testa, ti muovi per dirigere il gioco, io so che tu ne vuoi ancora, perché vuoi sentire di più. Adesso sei persa, in quanto non c’è più ritorno, perché stai godendo, scatenandoti, vivendo e volando nell’estasi, dal momento che il calore t’avvolge incartocciandoti, giacché è fuoco, tutto e tutti, nulla e nessuno, vita e morte.
Io non resisto più, mi rialzo, abbasso la cerniera dei pantaloni e ne esce la mia verga concitata e infuocata, la sfioro con le dita, in quanto è caldissima e durissima, poiché mi sembra d’impazzire. Con la mano destra sotto il tuo ginocchio sinistro sollevo la tua gamba che si lascia guidare ciecamente, mentre con l’altra mano guido la mia verga, sfioro con il mio membro le tue grandi labbra, i tuoi gemiti sono adesso più vivi. Io gioco per un po’, poi un colpo deciso, i tuoi strilli di dolore e di piacere sono dentro di te, immediatamente sollevo anche l’altra gamba, in quanto sei obbligata ad attaccarti al mio collo.
Con tutta la mia forza inizio a farti salire e scendere sul mio sesso, tu t’aggrappi, stringi, gridi di piacere, chiudi ...
... gli occhi, poi mi baci, spingi la tua lingua nella mia bocca come se cercassi qualcosa, dopo continui a salire e a scendere, in quanto si sente il rumore del tuo sesso investire e urtare con foga sul mio, si sentono le tue grida di piacere, sento caldo il liquido che cola dalle mie gambe, godo come un pazzo, il tuo corpo è caldissimo, umido, l’ultimo colpo, forte, completo e deciso. Infine un ultimo tuo grido, dato che mi lascio cadere sul letto, io sono esausto, tu continui a gemere, allora mi rialzo. Il mio membro completamente gocciolante ricade su se stesso pesantemente, lucido di liquido, io non ho più fiato, sono sudato, mi sento forte, tu sei sfinita, però intanto continui a godere con gli occhi chiusi.
In seguito sollevo la cerniera, tolgo il portafogli dalla giacca e poso una banconota da cento euro sulla sedia, tu riapri gli occhi, mi guardi abbattuta, scoraggiata e spaventata, infine scoppi a piangere. Io non so giustamente che cosa fare, capisco, giacché mi sembra d’assimilare e di capire, sennonché non posso fare nulla.
Attualmente ho nella bocca il tuo sapore, poiché continuo a degustarti e a fissarti, sennonché mi giro, vado verso la porta, apro maldestramente e richiudo rapidamente, fintanto che sento il tuo pianto affranto, desolato e inconsolabile allontanarsi.
Addio mia cara, amabile, educata e graziosa Flor’ncia.
{Idraulico anno 1999}