1. Alla scala dopo la grande epidemia


    Data: 06/10/2018, Categorie: Etero Autore: cagliostrus, Fonte: Annunci69

    ... gli avvolse le labbra attorno all'asta, andando pian piano sempre più a fondo per tutta la lunghezza della sua bocca. Senza rompere il contatto visivo, iniziò a prendere velocità succhiando, muovendo e girandogli intorno alla cappella con la lingua. Accarezzandogli le palle con il suo stesso seno si ficco tutta la lunghezza del cazzo, fino in gola.
    
    Lui urlò una bestemmia dal piacere. Si sentiva così tanto eccitato che non riusciva quasi a sopportarlo. Tenendosi la nuca tra le mani, guardava quel bel viso dai grandi occhi fissi nei suoi e non poté fare a meno di iniziare a spingere scopando la sua bocca e ad amare la sensazione della sua dolce saliva calda che gli ricopriva la minchia palpitante. Quasi senza preavviso le sparò in profondità nella gola tutto il suo seme, con quattro, cinque poderosi schizzi.
    
    Mentre lei si leccava le labbra assaporando tutto il suo seme, lui la aiutò a sollevarsi dalle ginocchia e passandole le mani tra i capelli morbidi la baciò dolcemente. Esplorando il suo corpo con le mani prese i suoi piccoli capezzoli duri in bocca, succhiando forte ...
    ... mentre strofinava e massaggiava i seni. Lei appoggiandosi al tavolo, inclinò la testa indietro e con le mani sulla testa di lui prese a spingerla con dolcezza verso il basso, facendogli capire dove voleva che andasse. Lui assecondò volentieri il suo desiderio e prese a leccarle con maestria la vulva usando la punta della lingua a pennello. Poi prese a schiacciarla usando tutto il volto, affondando fra le piccole labbra con la bocca e sfregandole il clitoride con il naso. Il sesso di lei grondava un'incredibile quantità di umori, che lui succhiava e inghiottiva voracemente. Non si curava del fatto che i movimenti squassanti del corpo di lei, indicavano chiaramente la serie di orgasmi incontrollati di cui era preda. Era ormai come un cane da trifola desideroso di scavare sempre più in basso e sempre più dentro in quel pozzo d'amore con tutto se stesso. Fu lei a fermarlo, tirandolo a sé per i capelli: “Amore, ti prego, dammi un attimo di tregua. Sono sfinita”.
    
    Raccolti gli indumenti sparsi sul prato si avviarono sempre tenendosi allacciati l'un l'altra verso l'interno della casa. 
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