Aveva un visetto normale
Data: 09/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Staff Millù, Fonte: RaccontiMilu
Durante l’ultimo periodo di permanenza in una grande città del nord, durato alcuni anni, ho scoperto di avere una particolare sintonia con una collega. Avevamo gli stessi problemi, gli stessi gusti, avevamo frequentato lo stesso tipo di scuole, insomma, eravamo parecchio in sintonia. Lei, che per sicurezza chiamerò Sofia, era una donna sposata, come me non troppo felicemente, aveva circa 40 anni (io quasi 50), e non era la classica “bellona” per la quale si perde la testa. Visetto normale, fisico normale, anzi, direi un po’ sottotono dal punto di vista dell’attributo che più di tutti caratterizza la femminilità e catalizza l’attenzione di noi maschietti, ossia il seno. In compenso aveva un misto di sensualità e carica erotica inconsapevolmente indossata che si esprimeva in un lato B da infarto (non voluminoso o sfacciato, anzi, al contrario elegantemente proporzionato e perfettamente disegnato) sottolineato da un incedere molto femminile e sexy su due splendide gambe, perfettamente tornite. Insomma, vederla passare tra le scrivanie era per me uno dei momenti più piacevoli della giornata lavorativa (e non). Era comunque una donna molto seria e riservata, e mi sembrava anche fosse poco propensa agli apprezzamenti da parte dell’altro sesso Tuttavia quando, battuta oggi e battuta domani, il nostro livello di confidenza mi parve adeguatamente maturato, decisi di manifestarle (con tutto il tatto e la prudenza di cui ero capace) il mio pensiero. Incredibilmente sembrò gradire le ...
... mie attenzioni e i complimenti che le rivolgevo. Cominciammo ad uscire insieme per la pausa caffè e diventammo sempre più complici. La chiamavo “culetto d’oro” e ogni volta che lo facevo arrossiva e sorrideva imbarazzata assumendo un’espressione deliziosamente quanto innocentemente maliziosa, da adolescente alla sua prima cotta che non sa bene come comportarsi ma che sta cominciando a capire quale ascendente abbia sugli uomini. Fin qui, tutto normale e più o meno entro i limiti delle convenzioni sociali. Fino al giorno in cui fummo mandati insieme in trasferta a Verona, la città degli innamorati per antonomasia, per due giorni. Inutile dire che l’idea di rimanere solo con lei, di sera (e di notte) nello stesso albergo stuzzicava la mia immaginazione oltre ogni limite, anche se ero ragionevolmente sicuro che la cosa non sarebbe andata oltre i soliti complimenti che le rivolgevo durante la giornata. Arrivati a Verona, finito l’orario di lavoro, andiamo in albergo… Hotel Giulietta e Romeo, in vicolo San Nicolò. Ci diamo un’ora per docciarci e cambiarci d’abito e ci rivediamo nella hall. Solito giro attorno all’arena e poi giù nei vicoli fino alla casa di Giulietta, per la consueta visita al famoso balcone, dal quale ci affacciamo assumendo la classica posa “da foto”, dopo aver pregato un turista con la faccia particolarmente idiota di immortalare il momento con la mia fotocamera. Sarà l’atmosfera, la circostanza “trasgressiva”, sarà il contatto del mio corpo abbracciato al suo, il ...