La Baronessa Zelda
Data: 03/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... vivevano essenzialmente gli artigiani ed i burocrati meno importanti. Anche loro partendo da miseri tuguri si erano costruiti nel tempo delle belle e linde casette di pietra e di legno, con annessa l’officina e generalmente un piccolo giardino con l’orto.
Ardea era la schiava domestica di una famiglia di artigiani. Il padrone l’aveva acquistata all’età di diciotto anni, all’età giusta quindi, prima non era possibile, dal collegio in cui schiave e schiavi venivano allevati fino a quell’età. Il collegio ospitava un centinaio di giovani schiavi di tutte le età. Gli schiavi crescevano lì, fin da bambini, appena svezzati erano affidati al collegio diventando proprietà della comunità e due volte all’anno, in primavera ed in autunno, quelli che avevano raggiunto l’età di diciotto anni venivano messi in vendita. Non era così prima che quella comunità arrivasse nella valle, ma la scarsità degli schiavi sopravvissuti alla terribile odissea della fuga secoli prima aveva introdotto questa usanza. La prima scelta toccava al Principe, poi venivano i nobili e quindi si apriva l’asta a cui partecipavano le altre caste e i responsabili degli organismi amministrativi della valle che acquistano gli schiavi per le loro esigenze. Ardea era abbastanza carina, ma non tanto da interessare il Principe o i nobili, era una ragazza paffutella e graziosa, con capelli ricci e castani, se non era tanto bella da interessare un nobile non era neanche tanto brutta da essere destinata a lavori manuali. ...
... Quando i nobili terminarono i loro acquisti e lasciarono il campo lei era rimasta comunque una delle prede più ambite. L’artigiano spinto dalla moglie che voleva sostituire la vecchia ed ormai stanca schiava che avevano fu ben lieto d’accontentarla e spese una fortuna per ottenerla. I soldi andavano al collegio che si occupava di mantenere ed educare gli schiavi. L’educazione delle schiave e degli schiavi era particolarmente importante, si insegnava loro l’obbedienza e l’umiltà, a lavorare ed a servire, nell’ultimo anno di collegio alle schiave veniva anche spiegato che i loro padroni si aspettavano da loro che fossero ubbidienti anche in privato. Le schiave dovevano arrivare vergini ai loro primi padroni e anche in questo caso c’erano punizioni severissime se ciò non accadeva. La vendita si svolgeva nel cortile del collegio. All’alba c’era già una gran confusione, ma quando arrivarono i nobili tutti si zittirono e cominciò la sfilata delle schiave e degli schiavi. Per questo scopo c’era una vera e propria passerella. Il prefetto del collegio chiamava la schiava o lo schiavo, generalmente erano una quindicina, diceva come si chiamava, solo il nome, e mentre lo schiavo sfilava seminudo sotto gli occhi dei presenti ne elencava le qualità e fissava il prezzo. Per i nobili era un prezzo fisso. Il Principe quella mattina non scelse niente, un nobile di una quarantina d’anni, per accontentare l’affascinante e giovane moglie che aveva la metà dei suoi anni, scelse un’avvenente schiava ...