Ho tradito per continuare ad amare
Data: 02/10/2018,
Categorie:
Etero
Tradimenti
Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu
... leccarlo mentre giocavo con la mia clitoride. Lo spompinai a lungo e dovetti mettere le ginocchia a terra per sostenermi. Si accorse della mia stancante e dolorosa posizione e mi fece alzare.. Si mise lui in ginocchio davanti a me, mi sollevò la gonna e con un gesto improvviso che in quel momento non capii mi strappo dal davanti le collant . Poi tirò verso il basso le mutandine facendomele poi uscire dai piedi infine, finalmente, mise la bocca e le dita dentro la mia passera. Gemevo di piacere e già pensavo che tra poco avrei accolto tra le cosce il suo membro.. Fece squasso della mia passera , mi pareva di sentire lo sciaquettio dei miei umori. Dopo si alzò. Fu lui freneticamente a spogliarmi ed a spogliarsi. Mi tolse tutto, era nuda al suo sguardo. Disse: sei bella. Per la prima volta potei guardarlo interamente nudo. Aveva un bel fisico. Era alto, le membra proporzionate, il petto muscoloso, solo un leggero accenno di pancetta. Il petto aveva una leggera peluria, un cespuglio di peli neri alla base del pene ed anche sulle gambe la peluria era limitata. Il membro si stagliava verso l’alto, rigido, andando a superare l’ombelico. Il suo tronco era liscio e venato di forma normale. La sacca dei testicoli era grande. Il glande pareva la cappella di un fungo, in proporzione al tronco mi pareva più grosso del normale. Mi si avvicinò e aiutato dalla mano mise il pene tra le mie cosce facendolo strusciare avanti e indietro sulla passera che si bagnò ancor più. Mi disse: hai ...
... voglia, mi stai bagnando il cazzo. Dillo che lo vuoi. Dillo. Non dissi nullo, ma i miei gemiti al suo strofinare dicevano cosa volessi. Allargò con le dita la mia vulva e ci intinse il glande. Sentii la mia vagina aprirsi alla cappella che si faceva strada, mentre lui con un sorriso di soddisfazione continuava a chiedermi: “ti piace è?”, Quel modo nuovo di fare sesso mi dava una libidine superiore ai rapporti precedenti. Entrava ed usciva solo con il glande dalla mia intimità. Poi si sedette sul bordo del letto, i piedi poggiati a terra e mi invitò a sedermi su lui. Allargai le gambe e lentamente mi calai sul suo cazzo. Si fece strada lentamente in me sino a sentirlo urtare il collo dell’utero. Che sensazione unica. Disse: scopami. Lo scopai. Lo cavalcai, ma senza farlo arrivare in fondo. Troppo acuto era il dolore. Godevo allo scorrere del suo bastone e non trattenevo i miei mugolii di piacere. Sentivo l’uccello colpire il collo dell’utero. Godevo. Le mie tette erano all’altezza della sua bocca e lui ne approfittò. Mi succhiava i capezzoli e sempre con le labbra me li tirava. Era una dolce tortura. Preso dalla smania succhiò le parti morbide del seno, ma con un’ingordigia tale che pensai mi avrebbe lasciato degli evidenti succhiotti. Non lo fermavo, mi piaceva sentire forte sia il suo cazzo che la sua bocca. La doppia stimolazione mi portò velocemente all’orgasmo. Se ne accorse. Attese che il climax passasse e mi prese per i fianchi aiutandomi a riprendere la cavalcata sul suo ...