1. Cartomanzia – 8a parte – Stringendo alleanze


    Data: 30/09/2018, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    Paola aveva come l’impressione di essere stata approfonditamente interrogata da Maestro Dido, ma era come i brandelli di un sogno, che si tenta di far combaciare al risveglio ed, in realtà, non ricordava né le domande né le sue risposte… Era solo una sorta di… sensazione; sì: una vaga sensazione, ecco! Era strano: ricordava sempre poco delle sue sedute da Maestro Dido ed -ancora più strano!- in realtà non le importava gran che, il non ricordarne i dettagli. Adesso, sentendo una profonda, intima vergogna per quello che sentiva di dover fare, ascoltava il ticchettìo dei suoi tacchi a spillo sul selciato, mentre i suoi passi la portavano inesorabilmente ad entrare in un lurido, sgangherato cinemino disperso tra le viuzze ed i vicoletti della città vecchia; un cinema che forse una cinquantina di anni prima doveva aver avuto una sua dignità, un suo decoro, che aveva visto famiglie assistere ai cinemascope americani, mentre nelle ultime file nascevano amori che sarebbero sfociati in tranquilli matrimoni, mentre adesso, quella sala con le antiche poltroncine di legno proiettava solo film pornografici e lei, pur non volendolo nel suo intimo più profondo, sentiva di dover entrare in quella sala. La grassa donna africana, staccò appena gli occhi dal piccolo televisore che teneva sul ripiano della cassa, appena oltre il vetro con la finestrella, le stampò il biglietto, ritirò i soldi e torno a disinteressarsi totalmente di lei che, dopo aver superato il piccolo atrio parallelo alla ...
    ... stradina, giro a destra e percorse il corridoio fino alla scalinata di marmo color crema, alla base della quale si apriva a destra la porta della platea ed a sinistra le due porticine dei servizi, rigorosamente separati per genere. La porta aperta di quello maschile, le mostrò un piccolo ambiente con un minuscolo lavabo giusto davanti alla soglia e più in avanti le porte socchiuse di due gabinetti. Fece un profondo respiro e decise di salire fino in galleria; in cima alle scale, un pianerottolo con un angolo arrotondato terminava contro le due pesanti tende rosse di velluto, annerite e logorate da migliaia di manate e, superate quelle, si trovò lo schermo alla sua sinistra mentre lei, procedendo su una sorta di stretto balcone, poté occhieggiare la platea e le due maschere del teatro greco che decoravano la parete in faccia alla scala, segno di antica dignità della sala. Si riscosse e, con nelle orecchie i gemiti ed i mugolii finti degli attori avvinghiati sullo schermo, si mosse verso i gradini che portavano alla sommità della cavea con le poltroncine digradanti. Si sentì praticamente radiografata dagli sguardi curiosi e probabilmente stupiti della decina scarsa di uomini soli, sparpagliati per tutta la sala e che, disinteressandosi totalmente dalla proiezione, la seguirono coi loro sguardi ingolositi finché non si sedette nella seconda poltrona dell’ultima fila, in cima. A metà salita, aveva visto le due ante a molla che portavano ai “servizi” (qui ingresso unico!) dai quali ...
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