1. Ritorno al noccioleto - parte 8


    Data: 25/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... pompando selvaggiamente. “Voglio scaricarmi qua dentro tutti i giorni. Ci faccio entrare pure i coglioni. Sei la mia troia. Sei solo mia, hai capito? Fai godere qualcun altro e ti ammazzo.” E intanto mi afferrava i capelli e mi tirava verso di sé come se stesse domando una puledra.
    
    Mentre mi riversava addosso quel fiume di improperi la mia eccitazione saliva.
    
    Guardai le cosce enormi di mio cugino stringersi intorno al mio sedere e i piedi nudi guadagnare terreno ad ogni colpo del bacino.
    
    Poi, con uno scatto, il porco afferrò le chiappe tra le mani e le allargò, posò un ginocchio in terra e, mantenendo flessa l’altra gamba, cominciò a spingere come un dannato.
    
    “Aaaah siii siiii.” Non potei più trattenermi. Riuscivo a sentire la verga anche dentro la pancia.
    
    “Mi stai riempendo. Mi stai facendo veramente sentire una troiaaaa”. Mugolai sfinito.
    
    Lui ci aveva preso gusto a martellarmi la fica.
    
    “Te la rompo, troia. Lo senti come te lo sto dando? Lo senti?” Continuava a urlare.
    
    Il mio sfintere gonfio e infiammato si lasciava violare dagli affondi selvaggi del cazzo di Alfonso e, contraendosi intorno all’asta, la risucchiava in profondità.
    
    Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
    
    Il mio grande scopo nella vita era lasciare che l’impeto di quel maschio infoiato si abbattesse ...
    ... dentro le mie viscere.
    
    Quando mi resi conto che la minchia di quel bestione era diventata ancora più rigida e gonfia capii che, ancora una volta, mio cugino avrebbe goduto dentro al mio culo.
    
    Sentii che stavo compiendo la mia missione.
    
    “Rompimi”. Lo incitai, in preda ad una eccitazione che non avevo mai provato prima di allora. “Rompimi, toro, siiii… Rompimi…”.
    
    Il suono del clacson interruppe l’orgasmo.
    
    “Dove diavolo siete?” Urlò zio Gaetano.
    
    “Vedo la macchina. Allora?” Disse a voce ancora più alta, suonando nervosamente.
    
    “Uno di voi deve venire con me a consegnare i sacchi alla fabbrica. Forza!”.
    
    Mi rivestii come un fulmine. Alfonso aveva ancora lo sguardo stravolto dal piacere. Il cazzo di ferro piantato in mezzo alle cosce.
    
    “Muoviti Paolo, avanti. Vieni tu”.
    
    Lanciai uno sguardo deluso verso Alfonso. “No, dai… No …” Mi disse mentre continuava a toccarsi l’uccello facendomi pesare che non avesse ancora finito.
    
    Mi inginocchiai ai suoi piedi e feci scorrere la lingua dalla base dei coglioni alla punta del glande. “Torno appena posso”. Sussurrai, serrando le labbra intorno alla cappella e regalandogli un risucchio così profondo che lo feci ansimare. “Mmm… MMM… Che troia …”.
    
    Poi mi rialzai. “Arrivo, arrivo.” E corsi fuori dal noccioleto, dove lo zio mi aspettava sul trattore. 
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