1. Ritorno al noccioleto - parte 8


    Data: 25/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69

    ... colazione.
    
    Era il momento perfetto. Dovevo dirgli la verità.
    
    Tirai un lungo sospiro e mi accinsi a parlare.
    
    “Paolo, devo dirti una cosa”. Mi precedette lui.
    
    “Ah, anche io …”. Risposi.
    
    “Aspetta”. Mi disse lui prendendomi la mano. “Per favore fai parlare prima me sennò non trovo più il coraggio.”
    
    Annuii. Avevo il cuore in gola.
    
    “Paolo.” mi disse lui serio. “Ecco … non so neppure da dove cominciare …. Scusa, Non sono abituato”. Rise nervoso.
    
    “Ok …”. Proseguì. “Paolo, io ho bisogno che tu sappia che sei l’unica persona con cui sto veramente bene”.
    
    Lo guardai inebetito.
    
    “Per me quello che c’è tra di noi è importante e non voglio perderlo”. Disse.
    
    “Lo so, ci sono delle cose che devo sistemare. Devo parlare con Anna … devo chiarire. Ma lo farò, te lo giuro. Io voglio te … Solo te, ne sono sicuro.”
    
    Ero rimasto senza fiato.
    
    Lui se ne accorse. “Ti amo”. Sussurrò mentre veniva sopra di me e cominciava a baciarmi.
    
    Ero completamente soggiogato.
    
    Quel ragazzo era mio cugino, ma io me ne ero innamorato.
    
    Non riuscii a fermarlo.
    
    Il suo corpo mi pesava addosso e le sue dita si insinuavano sotto la maglietta per stringersi intorno ai capezzoli.
    
    Potevo sentire la sua erezione premere poderosa contro la mia.
    
    Alfonso mi scoprì il petto e cominciò a baciarmi il collo e poi tutto il busto fino all’ombelico.
    
    Mi sbottonò i calzoni, li abbassò e mi fece aprire le cosce.
    
    Capii che era la prima volta che il suo viso si trovava così vicino al ...
    ... buco del culo e vidi il desiderio scintillare dentro i suoi occhi.
    
    La sua lunga lingua si fiondò tra le mie natiche e leccò il solco con voluttà.
    
    La bocca si diresse verso lo sfintere, penetrandolo sempre più a fondo mentre io serravo le caviglie intorno alla sua nuca e, con la pressione dei talloni, la spingevo verso la mia mia fessura.
    
    Stravolto dall’eccitazione Alfonso si liberò dalla morsa delle mie gambe.
    
    “Girati” mi ordinò impaziente, mentre si sbottonava i calzoni.
    
    Non me lo feci ripetere due volte e mi misi a pecora dietro l’albero, offrendogli i glutei spalancati.
    
    Lui tirò fuori il cazzo teso, si sputò nella mano e passò il palmo insalivato sopra al buco del culo, infilandoci dentro prima una, poi due e infine tre dita, ripetutamente e senza alcuna delicatezza.
    
    Quando non riuscì più a resistere piegò le ginocchia, appoggiò il glande tra le natiche e spinse con forza, fino a che tutta l’asta non sprofondò nelle viscere.
    
    Mi montò nella posizione in cui si montano le cagne, con una potenza tale che mi vidi costretto a tenermi al tronco dell’albero, per evitare che il vigore dei colpi mi facesse cadere.
    
    Cercavo di contenermi ma il modo innaturale in cui la mia schiena si era inarcata rivelava tutta la voglia che avevo di essere spaccato.
    
    Strinsi forte il culo e cominciai ad assecondare il movimento, scivolando su e giù lungo quell’uccello d’acciaio.
    
    Il maiale non riusciva più a frenarsi. “Il tuo culo è meglio di qualsiasi fica”. Mi diceva ...