Piccolo Uomo (1)
Data: 22/09/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Maturo
Tabù
Autore: emeritoporco, Fonte: xHamster
(RACCONTO GIA' PUBBLICATO SU ALTRI SITI)
Nell’estate del 1972 iniziai a scoprire il sesso.
Avevo passato gli esami di quinta elementare ricevendo un “ottimo” come votazione, i miei mi regalarono una bella bicicletta che fu la mia più stretta compagna di giochi per tutta l’estate, soprattutto durante le quattro settimane passate al mare sul litorale romano nella casetta dei nonni paterni, che regolarmente ce la lasciavano occupare durante il mese d’Agosto.
Se non ero in spiaggia o al bar, ero invariabilmente in giro con la mia bici; non avevo legato molto con altri bambini, così preferivo assaporare quella sensazione di libertà e d’indipendenza che essa riusciva a darmi.
Al bar ci andavo soprattutto nel primo pomeriggio, in attesa che si facesse di nuovo l’ora per fare il bagno, quando in qualche modo sfuggivo al consueto riposino pomeridiano.
C’era un juke-box quasi costantemente in funzione che era per me un’irresistibile attrazione, visto che fin da piccolo ho avuto una grande passione per la musica. Ricordo in particolare due canzoni che venivano suonate spesso e che mi piacevano più di tutte le altre: “Quanto è bella lei” di Gianni Nazzaro e “Piccolo uomo” di Mia Martini. Di entrambe non capivo bene il significato del testo però la prima mi piaceva perché parlava della mamma e la seconda perché era una delle preferite di mia madre, tanto che in quei giorni mi dava spesso quell’appellativo quando per esempio mi chiedeva: “Dov’è stato fino ad ora il mio ...
... ‘piccolo uomo’?”, oppure quando presentandomi a qualcuno diceva: “…e lui è Gianni, il mio ‘piccolo uomo’…”.
Oltre ad ascoltare la musica però, quell’estate c’era un'altra cosa che mi spingeva ad andare al bar: mi piaceva osservare gli adulti o i giovanotti che stavano lì seduti, oppure che ballavano in prossimità del juke-box e immaginavo come sarei diventato io tra un po’ di anni.
La mia attenzione si concentrava soprattutto sui loro costumi o meglio, sulla protuberanza che avevano davanti in mezzo alle gambe, evidenziata dal modello slip che portavano quasi tutti. Notavo che alcuni rigonfiamenti erano più grandi, altri meno e mi domandavo come mai quando mi guardavo tra le gambe io ero quasi piatto.
C’era poi un confronto che non mi era facile fare, quello con mio padre, perché lui indossava un costume modello boxer e così la protuberanza si poteva intravedere brevemente solo quando gli si stampava addosso appena uscito dall’acqua, prima che si coprisse con l’asciugamano o che si buttasse a pancia in giù disteso sulla sabbia (probabilmente mai a pancia in su proprio per un senso di pudore).
Naturalmente cresceva ogni giorno di più la curiosità di sapere cosa c’era sotto a quei costumi, cosa fosse a determinare quella protuberanza che io non avevo (come
del resto gli altri bambini o le femmine) e che evidentemente era prerogativa dei più grandi.
La mia curiosità fu finalmente soddisfatta quando casualmente riuscii a vedere il pisello di mio padre.
Accadde ...