1. Racconto di natale


    Data: 16/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Babbo Natale scese a fatica dalla slitta, con la quale aveva scorrazzato tutta la notte per i quattro angoli del mondo a distribuire doni ai bambini buoni… e anche a quelli cattivi, per la verità, perché per lui non c’erano differenze.
    
    Mentre gli Elfi accorrevano chi a staccare le renne e condurle nella stalla, chi a spingere la slitta nella rimessa, chi semplicemente a correre avanti e indietro, tanto per creare maggior confusione, Babbo Natale si stiracchiò le membra indolenzite e, premendosi le mani sulle reni, si avviò a fatica verso l’ufficio.
    
    Cominciava a essere stanco e, del resto, alla sua veneranda età ne aveva tutte le ragioni: forse era giunto il momento di cercare se non un sostituto, almeno un aiutante. Appena passate le feste, avrebbe telefonato all’Agenzia. Entrò nell’ufficio tutto lampeggiante di addobbi e luminarie, spense con una smorfia la radio, in cui quattro checche stonate continuavano a urlare “Jing’l bell, jing’l bell, jing’l ol de wei…” e sprofondò nella poltrona alla sua scrivania, cominciando a sfogliare il cumulo di fatture e corrispondenza che in quei giorni gli si erano accumulate sul tavolo.
    
    “Cosa sta facendo?”, gli chiese Flit, il suo segretario, entrando con un tazzone fumante di brodo di cappone.
    
    “Ah, do un’occhiata a queste fatture…”, mormorò distrattamente Babbo Natale.
    
    “Lasci perdere, Capo. Beva questo brodo caldo e se ne vada a letto, mi dia retta.
    
    Per le fatture c’è tempo. Appena passato Natale, ci mettiamo qui, io e ...
    ... lei, e sistemiamo tutto.”
    
    Babbo Natale prese il tazzone fumante e se lo avvicinò alle labbra.
    
    “Accidenti, ma scotta!”, fece con una smorfia, posandolo sul tavolo.
    
    “Beh, era sul fuoco, cosa si aspettava? – disse Flit con un sorriso, sedendosi nella poltroncina dall’altra parte della scrivania – Com’è andata la distribuzione?”
    
    “È stato faticoso, come puoi immaginare. Ah, quando hai tempo controlla la zampa di Clementina: stanotte ogni tanto zoppicava, magari ha preso una storta.”
    
    “Più tardi ci vado. Beva quel brodo, lei, e poi vada a riposarsi.”
    
    “Ho la schiena a pezzi… tutta la notte su e giù per i camini… Non ho più l’età per certa cose.”
    
    “Non dica sciocchezze, Capo: lei ha l’età per questo e altro. Sa cosa? Le ci vorrebbe un bel massaggio con grasso di foca caldo, che è una mano santa per i dolori muscolari, come diceva la buonanima di mia nonna.”
    
    “Eh, un bel massaggio non sarebbe una cattiva idea.”, ammise Babbo Natale, sorridendo al ricordo di nonna Elfa, che lui ricordava perfettamente.
    
    “C’è un centro massaggi, in fondo alla strada, - disse Flit – se vuole telefono per prenderle appuntamento.”
    
    “Quello cinese?”, scoppiò a ridere Babbo Natale.
    
    “Ci sono brave massaggiatrici…”, fece l’elfo, un po’ risentito.
    
    “Immagino che lo conosci bene.”, lo canzonò bonariamente l’altro.
    
    Flit fece spallucce:
    
    “A pensarci bene, per lei ci vorrebbe qualcosa di più energico”, disse con una punta di malignità e si alzò, avviandosi alla porta.
    
    Giunto ...
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