Il servizio di leva
Data: 29/05/2023,
Categorie:
Tradimenti
Tue Racconti
Autore: Marco, Fonte: RaccontiErotici.top
Il servizio di leva
Era arrivata la chiamata alle armi e vengo inviato al C.A.R. di Cosenza, continuavo a sentirmi con mia cugina, telefonando nelle ore in cui gli zii non erano in casa.
Siccome le telefonate allora costavano un botto le nostre si limitavano a come stai e mi manchi, mi manchi tu e mi mancano le nostre scopate.
Finito il C.A.R. vengo assegnato ad un reparto speciale dell'esercito ed inviato a Gaeta in una scuola di addestramento.
In quel periodo a Gaeta c'era una base NATO o quantomeno nel porto ci stava una nave Americana e anche se ci era proibito frequentare gli americani (perché dediti a droghe e alcol e molto chiassosi) qualche sera nei Pub si vedevano capannelli di uomini di colore anche in divisa, con affianco certe stangone da fare invidia.
Donne alte, toniche, muscolose, con capelli corti o lunghi legati sulla testa, bionde o rosse. Sembrava di guardare un catalogo, mai vista tanta figa tutta nello stesso posto.
Uscendo con qualche commilitone ci sedevamo al Pub e guardando quelle già sedute o quelle che passavano fantasticavamo osservando e attribuendo ad ognuna un voto e una specifica posizione.
Il nostro piccolo problema era la lingua, il nostro inglese scolastico non ci permetteva di mettere in atto strategie e rimanevamo seduti a guardarci intorno.
Una sera, sempre seduti al tavolo del Pub stavamo mangiando una pizza, ci accorgemmo che tre ragazze ci stavano osservando, facendo gambetta a quello accanto a me attiro la sua attenzione ...
... indicando le ragazze, incitato dal gruppo facciamo segno loro di accomodarsi al nostro tavolo, abbiamo pensato che una parola ciascuno qualcosa avremmo capito. Le ragazze sorridendo si sono avvicinate e con un "italiano maccheronico" hanno spiegato che erano in attesa che si liberasse un tavolo per mangiare, naturalmente le abbiamo invitate a sedersi con noi, ci saremmo stretti un poco e avremmo mangiato comunque, solo due parlucchiavano l'italiano l'altra nemmeno una parola.
Ci sentivamo avvantaggiati, avevamo trovato figa straniera che riusciva a capirci.
Parlavamo del più e del meno, limitandoci a fornire informazioni ufficiali, anche il nostro grado e quello che facevamo ci era stato detto in caserma che non poteva essere reso pubblico, ma anche loro erano molto vaghe, quindi naturalmente i discorsi caddero sui rapporti personali, sposati fidanzati, etero o gay, aspettando tra una conversazione e l'altra la traduzione all'amica.
Quella che non parlava italiano continuava a guardarmi e rideva per ogni mia battuta, non sapevo se sarei stato in grado di instaurare un rapporto con lei, ma era veramente fantastica.
Si chiamava Karen qualchecosa, alta 190 biondo cenere, due spalle da giocatore di rugby, una maglietta attillata che risaltava un seno che a occhio e croce doveva essere una 4^.
Continuava a guardarmi anche se non capiva quello che dicevo e in un momento in cui stava parlando uno dei miei commilitoni mi misi a guardarla negli occhi anche io.
Ad un certo punto si ...