Loris, il mio capo mi domina
Data: 29/08/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: EroticStory, Fonte: EroticiRacconti
... gli occhi quando sposta la mano sulle mie cosce semi nude, coperte solo da uno strato sottilissimo di collant.
«S-signor-.»
«Adesso togli queste calze orrende.» dice. Inserisce il dito dentro un buco e inizia a tirare il tessuto che si strappa. «E non venire mai più a lavoro con le calze rotte!»
Annuisco deglutendo quando mi lascia andare e subito mi chiudo in bagno e butto via i collant dopo averli tolti, accorgendomi di essere leggermente umida in mezzo alle gambe.
La giornata passa in fretta e finalmente posso tornare a casa.
La sera imposto la sveglia mezz’ora prima e vado a letto tranquillamente.
La mattina salto giù dal letto quando mi rendo conto di non aver sentito la sveglia. Metto addosso i vestiti che mi ero preparata la sera prima e mi infilo subito in macchina senza neanche fare colazione.
Continuo a ripetermi che non posso fare ritardo anche oggi, ma quando parcheggio e guardo l’ora sono già passati dieci minuti da quando dovrei essere seduta alla mia scrivania.
Nelle mia testa risuona solo la parola penitenza.
Mi scuote un brivido a quel pensiero.
Entro in fretta nel mio ufficio e siedo dietro la scrivania con il fiatone, sperando che Loris non sia ancora arrivato, anche se ovviamente qualcuno farà la spia come ieri.
Appena accendo il computer la porta del suo ufficio si spalanca e i suoi occhi neri si puntano subito su di me. «Dentro!» tuona.
Mi alzo in fretta, un po’ tremante, ed entro nel suo ufficio. Loris chiude la ...
... porta con un tonfo secco e io sobbalzo spaventata.
«Mi scusi, non ho sentito la sveglia.» mi lamento con un mormorio, terrorizzata.
«Seduta!» tuona lui.
Mi metto a sedere sulla poltrona davanti la sua scrivania e lui si siede sull’altra, affianco a me. «Ti ricordi cosa ti ho detto ieri vero?» Annuisco. «Bene, adesso alzati e appoggia le mani sulla mia scrivania.»
Faccio come dice, un po’ incerta, e cerco di guardare lui appena si alza dalla poltrona, ma subito mi dice di girarmi avanti.
All’improvviso sento il sedere andarmi in fiamme. Lancio un piccolo grido e spalanco gli occhi quando mi rendo conto che mi ha appena schiaffeggiata.
La sua mano entra di nuovo in contatto con il mio sedere e io sento le lacrime salirmi agli occhi per il dolore che mi pervade.
«Te ne darò uno per ogni minuto di ritardo che hai fatto.» dice appena mi assesta la testa sculacciata, ancora più forte delle precedenti.
«Signor-.»
«Sfa zitta!» mi interrompe. «Annuisco e basta.» Faccio come dice e trattengo il fiato, ma la terza sculacciata non arriva. «Quanto ritardo hai fatto oggi?» mi chiede poi.
So di non poter mentire. «Dieci minuti.» affermo con voce tremante.
E lui allora inizia a contare. Mi sculaccia con forza e io sente le gambe cedere per il bruciore che sento. Non mi azzardo a muovermi e prego che smetta in fretta.
La decima sculacciata mi fa scappare un lamento.
«Adesso torna alla tua scrivania.» sbotta, dopo essersi seduto.
Esco in fretta, ignorando ...