1. COMPITO IN CLASSE DI MATEMATICA


    Data: 20/08/2024, Categorie: Erotici Racconti, Autore: mario40, Fonte: RaccontiMilu

    ... il clitoride e a farmi andare su e giù il suo indice nel culo, con lo stesso ritmo delle due che avevo nella vagina. Alzando un attimo la testa mi chiese “Ti faccio male…ti fa male…”. Non lo avrei mai pensato, ma mi piaceva sentire quel dito che andava su e giù nel mio culetto e mi faceva godere, godere unitamente a quella bocca che mi succhiava il clitoride. “Siiii….professore….siiihhhh … godohhh…”. Mi tolse il dito, si alzò e, dicendomi “Apri la bocca….se ti ha fatto godere ora succhialo…” e me lo spinse in bocca “Succhialo…succhialo, ti ha fatto godere…ringrazialo ! Non ti fa mica schifo…!!!”. Ormai gli avrei leccato qualunque cosa mi avesse chiesto. Non dissi nulla, lui invece “Stai ferma…così….desidero avere un ricordo” e nel dirmelo si tolse l’accappatoio rimanendo nudo. Prese il suo cellulare e iniziò a riprendere la punta della sua cappella strusciandomela sul clitoride. Poi mi disse “Allargati le labbra della fichetta…”. Feci cosa mi chiedeva e lui ci appoggiò il glande, continuando a riprendermi con il suo cellulare. Ormai ero voluttuosamente succube, piacevolmente succube. “Dimmi di infilarti il mio cazzo nell’utero. Senti com’è duro…come ti desidera…”. Non risposi, ma inarcai un poco il bacino e lui capì che la mia fica lo voleva. Sentii il palmo delle sue mani coprirmi i seni e il suo cazzo entrarmi tutto dentro, stantufandomi la fica su e giù, in modo deciso e sempre più veloce. Non riuscii a trattenermi “Sfondami l’utero….sfondamelo..sfondamelooohhh …più ...
    ... forte…più forte…gli urlai godendo un altro orgasmo. “Si…siiii cara, meriti due 10 e lode…ora però alzati…il mio cazzo desidera una cosa…” Mi fece scendere dalla scrivania e mettendomi le mani sulle spalle mi disse, “Inginocchiati…”. Obbedii e lui “Ti prego….te lo supplica il mio cazzo….vedi com’è duro per la voglia che ha ! Fagli una sega e bacialo…” Glielo avvolsi con la mano destra e inizia a segarlo lentamente baciandogli il glande con le labbra. “Mi fai morire..no…il cazzo mi fai morire dal piacere…leccagli la cappella…leccagli la cappella….torno torno…ti prego…”. Avevo goduto così tanto! Come avrei potuto dirgli di no…ormai il compito in classe era cosa superata…come la mia dignità. Gli leccai la cappella come mi aveva chiesto e quando le mie labbra, inconsciamente l’avvolsero, in bocca sentii entrare tutto il resto del cazzo. Con le mani sulla mia testa iniziò a scoparmi la bocca. Da prima lentamente, poi in modo più deciso e profondo in gola. Me lo spingeva fino a toccarmi l’utero, con la sua pancia che mi sfiorava la testa. “Enrica…accontentalo…non dirgli di no, leccagli anche l’asta e più giù… leccagli anche i coglioni…”. Lo accontentai leccandogli tutta l’asta del cazzo… i suoi coglioni, mentre lo sentivo gemere in modo sempre più forte. Quel gioco incominciava a piacermi. Quei gemiti mi facevano godere come se fosse stato l’amore della mia vita. Sara me lo aveva detto, ma io pensavo che si darebbe trattato di un piacere, certamente non così intenso. Aveva cinquant’anni e ...
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