DUE “BOTTE” PER CAPODANNO
Data: 19/08/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu
Questo episodio accadde tanti, tanti anni fa ma naturalmente, ripensandoci, è ancora perfettamente stampato nella mia memoria; sicuramente mi ha cambiata o meglio, ha contribuito alla mia formazione di donna adulta. Questo in seguito, perché quando il fatto avvenne io ero molto ma molto giovane. Era il tempo della scuola. Ero appena approdata alle superiori, che nella scuola scelta erano nello stesso, grande, edificio dove avevo frequentato la terza media. Io ero in quell’età in cui non sei ancora formata perfettamente, con il fisico da donna; ero una ragazza alta e grossa, non grassa ma robusta, probabilmente il mio fisico si preparava a trasformarsi nella donna giunonica che sono poi diventata: 1 e 85 di altezza e tutto il resto in proporzione. All’epoca i miei seni non erano ancora grossi, ma ovali, pronunciati, con i capezzolini piccoli e rosa, la mia vulva non era ancora gonfia me piatta, la carne tenera e i peli sottili e radi. Ero molto timida e, pensandoci adesso, dovevo sembrare proprio una “patatona”: vestiti insignificanti, abiti e magliette spesso ereditate dalle sorelle maggiori o peggio, dalla mamma; gonne al ginocchio dalle tinte sbiadite e sotto le calze economiche, velate e pesanti, trattenute dalle molle, spesso ricavate da una fettuccia elastica cucita a casa. Frequentavo “a rimorchio” una mia cugina di un anno più grande; lei aveva molte amicizie, poi i suoi lavoravano e quindi aveva molta più liberta, sia a casa che fuori. Quando i miei me lo ...
... permettevano, appena potevo, stavo con lei e mi godevo la caoticità delle sue giornata. Lei era fidanzata, diciamo che più che altro era invaghita di un ragazzo molto più grande; infatti lui la tradiva spesso, credo soprattutto perché non la considerava come una vera fidanzata… approfittava di lei, tutto qui. A scuola, invece, io avevo notato il fratello, adesso mi rendo conto che era veramente un ragazzino, ma era un tipetto che si faceva notare, sembrava già un ometto, era riservato ma spigliato e alla fine, senza nessuna plausibile spiegazione, mi presi una cotta fulminante per lui. Quando lo vedevo non capivo più niente, solo il desiderio immenso di stargli vicino: un’attrazione insensata ovviamente, ma chi l’ha provata sa cosa voglio dire. Adesso non ricordo di preciso come andarono le cose, probabilmente confessai il mio sentimento segreto a mia cugina, fatto sta che alla fine dell’autunno capitava sempre più spesso che il ragazzo frequentasse la casa dei miei zii. C’era una specie di comitiva eterogenea, poiché lì erano quattro sorelle di varie età e la loro casa era un po’ un porto di mare per gli amici del quartiere. Di certo dovettero esserci delle manovre ben mirate per fare in modo che io, la tontolona dagli occhiali spessi, vestita come un sacco di patate, restassi a volte da sola con “l’oggetto” dei miei desideri… probabilmente però quei momenti non erano coronati né da dialoghi profondi, né da formidabili avances. Ricordo invece che, in compagnia, quando si giocava a carte ...