I dolorosi piaceri di Roberta e Marco
Data: 15/08/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
Cuckold
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: aldebrando1, Fonte: RaccontiMilu
... tensione… una roba da matti, qualcosa di animalesco, neanche troppo adatto per giocarci e che le aveva fatto un male cane mentre lui, pur con attenzione, la scopava.
La mente libera di vagare grazie alla benda che le oscurava la vista, a lungo dette piacere al marito con le morbide labbra e la saettante lingua; poi le prese la voglia di insistere in quel gioco che lui aveva inventato per loro quella sera. Si fermò, con la bocca a pochi centimetri da suo cazzo fradicio di saliva:
“Amore, il cazzo di questo maiale è così grosso, mi entra appena in bocca”.
“Più grosso del mio?” rispose lui, preso a sua volta dal gioco ed estasiato dall’espressione sognante che continuava a vedere nel volto della moglie.
“Oh, si amore… mi dispiace… è più grosso del tuo, ed è così buono da succhiare… vedrai, mi farà godere subito, mi farà urlare di piacere senza che debba fingere, così lui sarà completamente soddisfatto e non taglierà il tuo pisellino…”
Lo riprese in bocca ma lui, al quale quelle parole avevano provocato una fitta acuta dentro la pancia, sentì che stava per venirle in bocca, e la fermò. Vedendo il sorriso birichino e sornione di lei… si accorse che lei aveva capito e si sentì per un attimo mortificato, umiliato… eccitato al parossismo.
“Ce lo hai ancora molle” chiese lei con un vago sorrisetto.
Sapeva cosa imponeva la dialettica di quel gioco e non si sottrasse: ” No amore… vorrei che non fosse così… ma ce l’ho duro come il legno, guardarti godere con questo ...
... porco mi sta eccitando in maniera incontrollabile… non posso farci niente, di sicuro quando ti vedrò godere mentre ti scopa schizzerò senza toccarmi, come un adolescente segaiolo”.
Mentre lei rideva soddisfatta, lui cercò riprendere il controllo (in fondo faceva la parte di un porco senza scrupoli che si stava approfittando di lei…). La rovesciò di schiena sul letto e si mise con le ginocchia tra le suo gambe spalancate; con la mano si prese il cazzo e cominciò a spennellare con la cappella il solco della fica glabra di lei, tra le grandi labbra dischiuse che lasciavano generosamente intravedere il rosa acceso della sua carne più tenera e più proibita. Lei, che non lo poteva vedere, bramava quel contatto e con il bacino inseguiva il suo membro duro ogni volta che lui si scostava. Gemeva, lo implorava di penetrarla, di scoparla, di sbatterla contro il materasso. La torturò a lungo, strusciandole la propria cappella gonfia contro il clitoride, strappandole brividi che la scuotevano e di cui lui poteva sentire le vibrazioni mentre le baciava il collo e le mordicchiava i capezzoli duri come chiodi. Si mangiarono le labbra, mentre le loro lingue si intrecciavano.
Poi le fece allargare le gambe ancora di più e, con una spinta secca del bacino, la penetrò, con un solo colpo, senza sconti, giù, sino alla profondità della sua intimità, a sbatterle sulla cervice. A lei uscì uno strillo strozzato, contrasse ogni muscolo del proprio corpo, la bocca spalancata come a prendere un’aria ...