Immigrato in astinenza
Data: 14/08/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
Gregorio è un uomo comune. Ha 32 anni, laureato in filosofia, è impiegato amministrativo in un’azienda pubblica e si è sposato da tre anni con una bella mogliettina che ancora non gli ha dato figli perché, dice, vorrebbe aspettare ancora un po’. Erano ancora bambini quando si erano conosciuti e non si erano mai lasciati. L’unica donna della sua vita.
E’ ben fatto ma bassino e con un viso delicato da bravo ragazzo di buona famiglia. Biondino ma non troppo, pelosetto un po’ dappertutto ma non troppo. Impiegato senza grandi possibilità di carriera ma almeno con uno stipendio accettabile. Insomma, sembra essere il classico tipo tranquillo e senza grilli per la testa.
Dico “sembra” perché un tarlo lo rode praticamente da sempre. Si domanda spesso se ha fatto bene a vivere una vita così omogenea, senza una qualche stravaganza di tanto in tanto. Dentro di sé sente che avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, specie quando era più giovane, e che vorrebbe ancora fare, ma col lavoro e la famigliola che si è creato sembra sempre più impossibile da realizzare.
In particolare, gli è capitato di pensare di avere esperienze sessuali diverse e, a volte, gli è successo anche, mentre scopava con la moglie, di pensare di avere a che fare con un uomo e di eccitarsi ancora di più. Lei, ovviamente, non sapeva niente e niente avrebbe dovuto sapere. La sua mentalità bigotta non gli avrebbe permesso di capire. Gregorio così si andava sempre più convincendo che la sua vita sarebbe ...
... proseguita così monotona per sempre.
Lei, naturista, non amava i surgelati ed in casa non avevano il surgelatore, sicché quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, quando usciva dall’ufficio, doveva passare al supermercato per acquistare prodotti freschi.
Fuori del negozio c’era sempre un immigrato africano che si offriva di aiutare a portare i carrelli fino al parcheggio delle auto e riportarli indietro per ricevere un euro di mancia. Basilio si faceva chiamare, ma nessuno sapeva quale fosse il suo vero nome e né da quale paese africano provenisse. Perché avesse scelto quel nome abbastanza stravagante, poi, era un altro mistero.
Non era giovanissimo, aveva sui quaranta anni ed era molto alto, sul metro e novanta. Massiccio e misterioso. Certo era che la sua pelle era nera come la pece che quasi non riuscivi a distinguere le fattezze della sua faccia. Spiccavano solo il bianco degli occhi, profondi e neri anch’essi, e la fila di denti bianchissimi e perfetti quando sorrideva per aver gradito l’obolo che gli veniva dato. Era da molto che si era trovato quel “lavoro” e ne era soddisfatto perché ne ricavava di che vivere, anche perché gli addetti del supermercato, alla chiusura, gli regalavano sempre qualche prodotto vicino alla scadenza con cui poteva cenare. Ormai parlava anche abbastanza bene l’italiano.
Così, quasi ogni giorno, Gregorio lo incontrava lì e si faceva aiutare volentieri per potergli dare l’euro del carrello e fare un’opera buona. Ma forse c’era qualche altro ...