1. Immigrato in astinenza


    Data: 14/08/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... soffocato.
    
    “Si, ma fai piano. E’ la prima volta…” riuscì a dire, ma già si immaginava montato come una furia da quel toro infoiato.
    
    “Si, signore. Capisco. Farò piano. Lo prometto”.
    
    Gregorio si mise a pecora sul lurido tappeto etnico e accolse con un mugolio la faccia dell’uomo che si inserì tra le sue chiappe opportunamente allargate dalle sue stesse mani. La corposa lingua dapprima gli leccò la rosellina ancora vergine e poi si inserì dentro quel pertugio che già boccheggiava ansioso.
    
    “Ahhh, si, che bello, ohhh”.
    
    Il negro sputò e gli infilò lentamente un grosso dito. Lui ebbe un sussulto ma non disse niente per paura che si fermasse. Quello sputava e infilava il dito sempre più a fondo. Poi le dita divennero due e le girava e rigirava per allentare il muscolo anale. Lo fece con calma e metodo per lungo tempo. Troppo tempo.
    
    “Scopami, fottimi, non ce la faccio più. Mettimelo dentro e scopami. Lo voglio. Dammelo, dammelo”.
    
    L’uomo lo girò come un fuscello ponendolo di schiena e gli alzò le gambe.
    
    “Bello, voglio vederti in faccia mentre ti rompo il culo”.
    
    Gregorio se le tenne su e aperte da solo, con le braccia sotto le ginocchia, esposto e pronto al sacrificio. Il mandingo lo dominava, nero come la pece, tutto coperto di pelo riccio, col cazzo enorme e terrificante che sbrodolava del precum utile a lubrificare la penetrazione. Puntò la grossa cappella rosea sullo sfintere e spinse leggermente per vedere la prima reazione. Un mugolio di approvazione ...
    ... lo invitò a continuare con più decisione. Lo fece. Il buco si aprì, spinto dalla voglia, e fu inaspettatamente abbastanza facile introdurre il glande e poi tutto il resto, piano piano. Tanta era la voglia di essere sottomesso.
    
    Il bianco strizzava gli occhi e si mordeva le labbra per non gridare. Voleva resistere e ci riuscì molto bene finché sentì gli ispidi e abbondanti peli dell’inguine sfiorargli la leggera peluria delle natiche. Aveva tutto quel cazzo da sogno dentro di sé! Sbarrò gli occhi per l’incredulità e vide la faccia del nero stravolta mentre, non potendo più resistere, con un grugnito, dette una spinta poderosa che gli sventrò le budella.
    
    Naturalmente dovette urlare e continuò ad urlare di piacere mentre lo stallone prendeva a fotterlo senza pietà, anzi proprio con tutta la ferocia repressa negli anni. Lo teneva per le cosce e lo sbatteva senza tregua. Lui si dimenava, guaiva con un tono femmineo a lui stesso sconosciuto. Non era più lui. Ambedue si erano trasformati in un energumeno senza freni e in una cagna scatenata. Anzi era un buco, solo un buco sfasciato da svangare.
    
    Si guardavano senza vedersi, offuscati dalla libidine. Il nero finalmente aveva sotto di sé l’oggetto dei suoi desideri che si scioglieva come il burro lacerato dal suo grosso ferro infuocato. Non era più uno degli ultimi. In quei momenti era il primo, il più potente del mondo.
    
    Il buco si aprì come per incanto e la monta durò a lungo. Le urla furono presto sostituite dai lamenti. ...
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