1. Cari, vecchi amici ( seconda parte: l’inculata)


    Data: 27/07/2024, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    ... penso che ho perso quindici anni della mia vita in giro per il mondo per donne e lavoro, quando ho sempre avuto tutto ciò a portata di mano, sotto casa, e non me ne sono mai accorto…”.
    
    “Dai – ribatté lei – non ci pensare più ora, piuttosto recuperiamo il tempo perso” e, così dicendo, scivolò lungo il mio fianco e riprese a succhiarmi l’uccello che si era intanto messo a riposo. Continuava a succhiarmi l’anima, e senza lasciarmi un attimo, roteò il bacino verso il mio viso, in modo tale da poterle ricambiare il servizio, e così iniziai a leccarle fica e culo, culo e fica, mentre con le mani da sotto le palpavo le tettone penzolanti. Poi le tolsi il cazzo dalle mani e, impugnatolo strettamente alla base con una mano, con l’altra le presi la testa e glielo ficcai fino in gola, facendole inizialmente venire un conato di vomito, ma poi, adeguatasi alla circonferenza del mio tarello, iniziò a ritmare le pompate, salendo fino alla cappella, slinguandola e succhiandola, per poi ficcarselo di nuovo dentro, fino a trapassarle la gola e fermarsi alla base dell’asta; nel frattempo, da sola si strusciava la fica e lo sfintere sulla mia bocca, ed io, talvolta indurendo la! lingua, la infilavo in quel pertugio pulsante. Durò poco, poiché ad un certo punto, messasi carponi davanti a me col culo bene in mostra, disse: “Ora mettimelo dentro, dai, vieni.” Allora volli fare un po’ io il conduttore del gioco, e, messomi alle sue spalle, cominciai a carezzarle le natiche e la fica col mio ...
    ... uccello, chiedendole di dirmi bene cosa volesse, perché non avevo capito bene. “Voglio che mi inculi. Dai, inculami, voglio che me lo faccia uscire dalla gola il tuo splendido cazzone. Dai, vieni, non resisto, dammelo” continuando a strusciarsi ed a venirmi incontro col suo stupendo culo; allungai una mano nella tasca della giacca appesa alla sedia, tirai fuori un tubetto di vaselina contenente un leggero anestetico che mi ero procurato tempo addietro in farmacia e, appoggiato il beccuccio sullo sfintere, ne versai una buona dose che sparsi accuratamente con un dito dentro e fuori, in modo che non le procurasse alcun dolore quando l’avrei inculata. Ebbe un sussulto appena il mio dito cominciò a penetrarla per umettarla di vaselina, e, voltandosi indietro, guardandomi con quella faccia da troia incallita, estrasse la lingua e se la passò languidam! ente sulle labbra. Per vedere se l’anestetico stesse facendo effetto, le infilai un altro dito, poi tre e cominciai a rotearle nell’ano per allargarglielo quanto più possibile. Ora era pronta, le infilai un po’ il cazzo nella fica bagnatissima, lo umettai ben bene con qualche colpetto, lo uscii e lo puntai direttamente alla bocca dello sfintere, cominciando a spingere per farlo entrare dolcemente. Lei, con un colpo secco, indietreggiò facendoselo scomparire nel culo: “Allora non hai capito che voglio che mi inculi, IN CU LA RE! Mi… de…vi… in…cu…la…reeeeee” cominciò a gridare lei sbattendo il culo contro la mia pancia. Allora, avendo ora ...
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