1. Cari, vecchi amici ( seconda parte: l’inculata)


    Data: 27/07/2024, Categorie: Tradimenti Autore: rispettoso8, Fonte: Annunci69

    Andai a mangiare un boccone a casa e subito mi infilai sotto la doccia, pensando e ripensando a quanto accaduto al mattino e a cosa mi aspettava nel pomeriggio. Tornai subito in ufficio, lasciando l’auto lontana di qualche isolato, in modo che nessuno mi rompesse le scatole e, alle 14,00 in punto, aprii la porta di servizio sul retro lasciandola socchiusa: dopo circa un minuto questa si aprì e lei apparve sull’uscio, bella come mai, avvolta in una pelliccia di visone chiaro che la rendeva simile ad un gioiello, i capelli castani, ricci, lunghi e foltissimi, come quelli di un Rasta, le labbra piene (altro che siliconi) e dipinte con maestria, la minigonna che era più corta della pelliccia ed una camicetta rossa che faceva trasparire chiaramente il reggiseno di pizzo scuro che indossava sotto; le scarpe col tacco alto, vertiginoso, facevano risaltare la sottilissima caviglia: “Pensavo non ci fossi, non ho visto la macchina e mi sono preoccupata, stavo per tirare diritto senza fe!rmarmi” disse chiudendosi la porta alle spalle, mentre le andavo incontro. Abbracciandola sulla porta, le spiegai che l’avevo lasciata più lontano per non essere disturbati e lei, sorridendomi in modo malizioso e buttandomi le braccia al collo, annuì con piacere e mi baciò.
    
    Subito la presi per i fianchi e cominciai a strusciarle sull’inguine il mio cazzo che premeva già duro nella patta dei pantaloni. Lei agevolava il mio lavoro sporgendosi verso di me e, appoggiandosi con le spalle alla porta ...
    ... dietro di lei, si inarcò all’indietro offrendomi la visione della forma delle sue tettone che premevano sotto la camicetta che le si era stirata addosso. Cominciai a pastrugnarle nelle mani, stringendole i capezzoli che risaltavano induriti come pietre. Le sbottonai la camicetta e la scostai, mettendo in risalto il reggiseno di pizzo nero che tratteneva a stento il suo seno splendidamente pieno e carnoso, che presi a piene mani e cominciai a mordicchiare da sopra il reggiseno, la mia lingua si insinuò lasciva tra il tessuto ed un capezzolo, lambendolo e, stringendolo tra le labbra, lo trascinai fuori dal suo alveo, mentre con le mani cominciai a sollevarle la gonna, scoprendo con piacere che non indossava gli odiosissimi (per me) collant, ma calze autoreggenti con l’estremità in raffinatissimo pizzo lavorato; complimentatomi per la sua trovata eccitantissima, abbrancai stringendole le natiche, spingendola contro il mio cazzo per farle sentire quanto mi eccitano quelle idee che molto spesso sono invece disattese dalle donne in genere, dilatandole e carezzandole il buco del culo, passando poi alle labbra della fica che già grondavano piacere. Lei riuscì ad infilare una mano fra i nostri corpi, afferrando e stringendomi il cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni e cominciò a manovrarlo come a masturbarmi.
    
    Intanto io leccavo e succhiavo i capezzoli e nel frattempo con la mano destra da dietro le chiappe avevo infilato il medio nella fica e l’indice nel buchetto del culo. ...
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