Violagode, capitolo 1: il risveglio - Racconti Erotici

Violagode, capitolo 1: il risveglio

... spumante? No. Una bottiglietta di vodka mignon giusto per uno shot? Perché no.

Il sorso di vodka mi brucia in gola, ma mi scalda il cuore. Prendo un grosso respiro e apro la porta della camera.

Il corridoio è vuoto, solo il rumore ovattato dei tacchi sulla moquette. Scendo al secondo piano e mi fermo di fronte alla camera 22. Un altro respiro profondo, pensando a quel bel fisico che avevo intravisto sul terrazzino e busso.

Un attimo di silenzio.

“Avanti, è aperto.”

Apro la porta ed entro con timidezza. “È permesso?”

Mi ritrovo in una suite simile alla mia, un bel salottino separato dalla camera da letto. Seduto sul divano un uomo sulla cinquantina abbondante, folti capelli bianchi corti, un po’ corpulento ma muscoloso, vestito con un accappatoio della spa e con in mano due bicchieri di brandy. Lo stesso che avevo bevuto a cena.

“Benvenuta mia cara, non immaginavo che avresti accettato l’invito.” Mi porge uno dei bicchieri.

Non è il giovane che avevo visto.

Mi avvicino a lui tentennante, prendo il bicchiere ed assaporo il liquore che ben conosco e apprezzo. Sto bevendo troppo? Mi chiedo. Cosa sto facendo?

“Io…” non so cosa dire.

“Qualcosa non va?”

“Ok, sarò sincera.” Dico sedendomi sulla poltrona di fronte a lui ed accavallando le gambe. “Francamente pensavo di trovare un’altra persona…”

Lui sorseggia il brandy guardandomi fissa negli occhi. “In questo hotel ci siamo solo noi, io e lei, e mio nipote.”

“Suo nipote?”

“Sì, il figlio ...

... di mia sorella.” Dice lui, rigirando il bicchiere fra le mani e spostando lo sguardo sulle mie gambe nude. “Si ferma solo oggi e stanotte.”

“E’ un ragazzo di poco più di vent’anni abbastanza alto, capelli un po’ lunghi e fisico muscoloso?”

“Lo hai notato eh?”

“Sì…” Ammetto prendendo un altro sorso di brandy.

“…e pensavi di incontrare lui?”

Abbasso lo sguardo, rigiro anche io il bicchiere fra le mani. “Sì, lo confesso.”

“Ah, che delusione che devo essere!”

“No, non intendevo…” Mi sento arrossire.

“Non si preoccupi, la capisco benissimo.” Mi conforta lui abbandonandosi sullo schienale del divano. “Mio nipote è bello quasi quanto lo ero io alla sua età! È normale che una donna con il suo fascino punti a uomini giovani e prestanti.”

“Grazie.” Non so davvero cosa dire. “Anche lei non è certo un brutto uomo.” Sorrido alzando lo sguardo.

Lui si alza e mi venne vicino, allungandomi una mano che io prendo nella mia e aiuta a mettermi in piedi. “Non voglio forzare nulla, mia cara Viola. Sì, so il suo nome. L’ho guardata tutto oggi perché lei è una donna bellissima e mi sono preso la libertà di fare qualche ricerca per sapere chi è lei.”

“La foto…” Balbetto io. Quell’uomo ha la mia foto mentre mi masturbo!

“Non si preoccupi, sono un gentleman.” Dice lui prendendomi la mano fra le sue, stringendola in modo deciso ma senza troppa pressione. “Lei ha una scelta davanti: può uscire da quella porta adesso e io cancellerò la foto che le ho fatto oggi, non la ...