1. Creatura imperscrutabile


    Data: 18/07/2024, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... fare a me, la prima delle tante umiliazioni che avrei in seguito ricevuto. Avrei dovuto chiedere io il suo numero alla conoscente in comune, avrei dovuto chiamarlo e poi non avrei dovuto fare altro che assecondarlo ed esaudirlo senza fare domande, possibilmente senza neanche parlare a meno d’essere espressamente interpellata.
    
    Io lo chiamai quattro giorni dopo, il giovedì, calcolando che dopo due giorni sarebbe stato di nuovo fine settimana e quindi ci saremmo potuti vedere con più calma. Lui non era rimasto sorpreso di sentirmi, ma anche se fosse rimasto contento non si preoccupò neanche di comunicarmelo in alcun modo, tenuto conto che mi disse soltanto che sarebbe venuto da me il giorno dopo alle otto di sera, intimandomi di prepararmi in maniera graziosa, perché da me non avrebbe accettato nessuna delusione. Quest’ultima frase, invero, fu enunciata e riferita con un tono leggermente più acuto che sarebbe potuto sembrare allegro. Il giorno dopo e per i successivi sei mesi si presentò puntuale come aveva detto, un bacio leggero sulle labbra entrando dalla porta, uno sguardo fugace intorno, soltanto la prima volta per scegliere dove accomodarsi nel salottino che fungeva da ingresso, salotto e unico spazio vivibile del mio piccolo appartamento.
    
    Lui si sedette comodo con le braccia larghe appoggiate sui braccioli del divano, poi con lo sguardo e senza parlare mi guidò verso la poltroncina di quelle acquistate ai magazzini dell’Ikea appoggiata al muro e poi verso lo spazio ...
    ... vuoto di fronte a lui. In quella circostanza mi riferì che ero piacevole e che non lo avrei deluso, mi chiese oltre a ciò qualcosa da bere, io andai in cucina voltandogli le spalle e accentuando il movimento del bacino mi lasciai accarezzare dal suo sguardo competente ed esperto. Quando ritornai lui era seduto con le gambe larghe e con il busto leggermente spostato in avanti, si era fatto spazio sul tavolino basso di fronte a lui ammucchiando le riviste e le cianfrusaglie colorate delle quali io gradivo circondarmi in quell’epoca.
    
    Subito dopo drizzò appena appena l’occhiata nel tempo in cui varcai il soggiorno, mi manifestò d’accomodarmi e di menzionargli in ultimo un evento a mio piacere, intanto che lui si predisponeva al suo intrinseco benessere. Io mi fermai un attimo di troppo, per il fatto che stavo pensando se chiedergli che cosa volesse che gli raccontassi per assecondarlo in tutto, o se ribellarmi facendogli notare che aveva detto – suo – piacere e non nostro – che non sapevo niente di lui. Lui scosse la testa, giacché prima ancora che io risolvessi la mia indecisione mi enunciò:
    
    “T’ho detto di sederti, tra un attimo ti porto in sogno con me. Tu intanto raccontami una storia, puoi spogliarti se ti va, altrimenti ci penso io dopo”.
    
    Io appoggiai il bicchiere che avevo in mano sul tavolino senz’invadere quello spazio che si era minuziosamente ritagliato, in tal modo gli avvicinai il portacenere di vetro blu, lo poggiai proprio al centro del suo spazio, mentre ...
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