1. Creatura imperscrutabile


    Data: 18/07/2024, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    A quell’epoca avevo quarant’anni d’età, svolgevo un lavoro irritante, stizzente e monotono, con una personalità e un temperamento continuamente in vacanza. Ai quei tempi avevo poche amiche e molti amanti, ciascuno con la propria storia, ognuno con il suo nomignolo, giacché non chiamavo nessuno per nome, in realtà mi limitavo nel rispondere pigramente e svogliatamente alle loro domande peraltro convenzionali e interessate, ciononostante tra questi amanti c’era quello che avevo in modo bizzarro soprannominato il “Principe delle Mappe”.
    
    “Stasera non posso, viene il Principe delle Mappe” – proclamavo in modo solerte alle mie amiche, per giustificare motivando l’ennesimo rifiuto per raggiungerle in qualche serata festaiola e frivola di scollature, di tacchi alti con oggetti secondari appariscenti.
    
    “Sì, certo signore” – la mia unica risposta alle sue domande, perché più che semplici e lineari inviti, erano beninteso affermazioni e ordini ben precisi da compiere:
    
    “Verrò alle nove” – “Siediti lì” – “Aspetta” – “Togliti tutto, ma lascia le scarpe” – “Stasera voglio scoparti per bene con il rossetto e con gli occhiali” – “Non metterti nulla là di sotto”.
    
    Lui si dilettava come me, anticipando e segnalando deliziosamente con le parole quello che m’avrebbe concretamente fatto, come si sarebbe in conclusione servito integralmente di me. Lui lo compiva con un tono disteso e pacifico, con la voce bassa sicura e virile, allo stesso tempo però rimaneva spudoratamente distaccato e ...
    ... cinicamente formale, così come se stesse impudentemente leggendo il proclama ufficiale del sindacato dei giornalisti, che anticipa e che termina in ultimo la trasmissione del telegiornale della sera, andato peraltro in onda in forma ridotta per causa dello sciopero.Era stato così fin dall’inizio, fin dalla prima sera, quando alla conclusione d’un tedioso aperitivo in centro con dei conoscenti comuni, si era avvicinato in modo docile e naturale senza modificare il tono della voce dichiarandomi indiscretamente ma vivamente:
    
    “Mi piacerebbe scoparti, però la nostra dovrà essere una scopata sontuosa, oserei comunicare pacchiana. Chiamami, se ti va l’idea”.
    
    Subito dopo se n’era andato trascinando un compagno verso la macchina parcheggiata sfacciatamente in divieto di sosta al centro della piazza. Lui non aveva aspettato la mia risposta, non si era neanche voltato per guardarmi se non prima d’afferrare la maniglia dello sportello, uno sguardo senz’spressione il suo in quel frangente, però febbrile, intenso e insolitamente solido e penetrante. Io ero ancora nella stessa posizione, dal momento che avevo solamente socchiuso la bocca, come se stessi per pronunciare delle parole che tardavano a comporsi in qualcosa di sensato. Il mio sguardo fissava già da dieci minuti lo spazio vuoto non più occupato dalla sua macchina, quando mi resi conto che non m’aveva lasciato neanche il numero di telefono. Lì, infatti, mi resi conto che quella era la prima e unica azione che avrebbe lasciato ...
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