Giornalista di guerra
Data: 15/07/2024,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Etero
Autore: darksideof84, Fonte: RaccontiMilu
... con faccia sorpresa, incredula. Il suo nuovo “abbigliamento” era veramente minimal…c’era quello che rimaneva della sua maglietta bianca che a stento le copriva il seno. Le avevano tolto anche il suo reggiseno contenitivo a top e questo le aveva creato un sentimento di rabbia, essendosi sentita toccata, vista e subito chissà che cosa mentre lei non era cosciente. Ma la vera rabbia e paura vennero fuori quando allo specchio riuscì ad inquadrare la parte di sotto del suo “abbigliamento”. Portava solo una mutandina bianca del tipo quasi trasparente, che doveva essere almeno un paio di taglie più piccole della sua taglia (e non aveva di certo un culone). Quasi una misura da bambina/adolescente. Quello che poteva sembrare un collare di cuoio completava gli accessori indossati della giornalista.
Si sentiva così costipata lì sotto, sentiva qualcosa che non andava, provava dolore. Decise di scendere piano piano con la schiena e di allargare le gambe per vedere cosa non andava. Non era sufficiente, così armeggiando con la schiena e con le gambe riuscì a girarsi completamente e trovarsi piegata a 90 gradi di spalle allo specchio.
Le mutandine che portava coprivano ben poco del sedere e notò da subito un piattello nero che fuoriusciva, che era ben visibile al di fuori degli slip. Qualche bastardo le aveva messo un plugin anale durante il suo svenimento e questo creò paura in Sara, non sapendo se qualcuno fosse andato anche oltre e l’avesse violentata. Anche lì davanti, nella sua ...
... zona intima, sentiva una presenza estranea, un pizzicotto, ma le fu impossibile capire cosa fosse. Anche muovendo le braccia a stento riusciva a sfiorare lo slip posteriormente, non poteva far nulla per liberarsi da quegli impedimenti ed imprecò.
Una lacrima le solcò il volto, ma almeno non era bendata, non era imbavagliata ed aveva le gambe libere. Subito pensò che forse l’avevano lasciata lì e, con un po’ di fortuna, sarebbe riuscita ad uscire da quella stanza e chiedere aiuto.
Nonostante un po’ di fatica e dolore dato da quell’oggetto piantato nel suo sedere, con qualche manovra riuscì a mettersi in piedi. L’ambiente era umido e freddo, ma fortunatamente non era completamente scalza e dopo pochi metri trovò quello che sembrava un portone socchiuso. Armeggiando un po’ con la schiena e con le mani riuscì ad aprire la porta; un corridoio spoglio con una serie di porte laterali si presentò davanti a lei.
Camminando lentamente ed attentamente provò ad aprire le varie porte tramite i pomelli. Le trovò tutte chiuse ad eccezione dell’ultima. Non vedeva altre opportunità se non entrare in quell’ambiente, nel resto dello spazio osservato non aveva trovato un’anima viva. La stanza che si presentava oltre la porta sembrava ancora più scura della stanza dove si era svegliata. Chiuse lentamente la porta ed andò alla ricerca di un interruttore o almeno un punto luce sforzandosi di guardare nella profondità dell’oscurità.
Superato un ingresso buio si trovò quello che poteva ...