Heliopolis 2
Data: 10/07/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: OMNIA, Fonte: Annunci69
Cap Agde, 27 agosto 2010
Dopo un giorno intero trascorso nella mia stanza, sbronzo marcio, ancora terrorizzato dalla frustata rimediata il giorno prima, finalmente riesco a varcare la soglia del portone dell’edificio F. Scendo l’ultima scalinata esterna che mi porta direttamente sulla strada che circonda l’Heliopolis.
Con pochi passi arrivo su Boulevard des Matelots. Ripenso sempre a quanto mi è accaduto ieri, con quei due maledetti nella loro stanza. La città è grande, dovessi incontrarli farò finta di niente. Sono già le 11.30. Mi avvicino alla mia auto posteggiata nello spazio assegnatomi nel parcheggio. Apro lo sportello e cerco di sedermi sull’incandescenza del sedile al lato passeggero, ma sono nudo e non ci riesco. Cerco i miei polaroid.
Nel frattempo passano alcune auto, non riesco a capire se i guidatori siano nudi. In compenso vedo camminare sullo sparti traffico della Boulevard un gruppo di circa sei persone. Tutte vestite; io invece sono nudo e parecchio sudato, evito di incrociare i loro sguardi. Cosa mi succede? Sto provando vergogna. Una situazione veramente sconveniente. Un conto è stare nudi su una spiaggia, altro è stare lì, in piena città.
La capacità di provare vergogna è un fondamentale meccanismo di sicurezza morale, lo penso ma non ne sono certo.
Esco dall’auto, sento il click del telecomando che chiude le serrature. Una sagoma mi si fionda addosso schiacciandomi contro lo sportello, cerco di divincolarmi ma è molto più possente e forte ...
... di me. È lui, credo proprio di si, l’uomo nero che ieri mi ha colpito con la sua frusta. È nudo come me, riconosco il corpo atletico, addominali scolpiti; il giorno prima indossava la maschera antigas, ora posso vedere la sua testa. Ha i capelli completamente rasati, il cranio lucido e sudato, barba curata e rifilata, gli occhi non li vedo poiché indossa occhiali con lenti scure. Ha un telo da spiaggia sulla mano destra, da cui fa uscire la lama di un coltello che mi punta allo stomaco.
“Silenzio e seguimi”. Me lo dice in francese ma capisco perfettamente. Ho la mente paralizzata, mi tremano le gambe, sudo copiosamente. Mi si posiziona alle spalle, con il telo ha coperto la lama, ma la mano è protesa verso la mia schiena. Cammino senza fiatare, arriviamo davanti alla porta dell’appartamento sessantuno che riconosco. Si apre la porta, mi spintona dentro. Sto per rivivere l’incubo del giorno prima, ma qualcosa è cambiato in quella stanza.
La dolce ed accogliente Emily che mi aveva fatto sognare il giorno prima è adesso di fronte ai miei occhi, totalmente trasformata. Indossa un corsetto nero sgambato, aperto quanto basta per mostrare le meravigliose labbra della sua figa, armoniose, disegnate. Il seno, perfetto perché rifatto, è coperto sino all’altezza dei capezzoli dal pizzo. I capelli li tiene legati con una coda molto precisa e stretta: la pelle delle tempie tirata dalla coda produce un effetto allungato su i suoi occhi, già truccati di ombretto nero. Con l’eyeliner ha ...