Flux e Blade
Data: 09/07/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... uno stinco di santo. Oppure anche altri. In ogni caso, ormai il mondo era così.
Da quell’episodio era passato un po’. Ma quella bambinetta isterica indottrinata da gente anche più alienata e paranoica di lei non mi sfiorava più di tanto. Perché stanotte sarei uscito, mi dicevo, e avrei preso Flux. “La notte é fatta per dormire. La notte é fatta per dormire e scopare. Nient’altro.”. Così mi dissero tempo fa. Ma mentre attendevo furtivamente nell’ombra, pensavo a quanto non fosse assolutamente vero. La notte era valida quanto il giorno per agire. In quei casi anche di più. Nessuno si aspetta un attacco di notte e le guardie sono sveglie grazie a caffeina (o altre cose più tossiche che finiscono con -ina) e volontà. Io invece mi tengo in piedi perché ho dormito nel pomeriggio. Fresco come una rosa.
In quel caso lo ero il doppio. C’era anche il desiderio di scovare Flux e fargliela pagare. Avrei cancellato quel suo sorriso di superiorità da quella bellissima faccia da sgualdrina. Ma prima, dovevo introdurmi là dentro. Il “Là” era il quarto piano di un edificio. I cultisti sfuggiti al mio primo raid dovevano avere ottimi supporti economici per permettersi affitti simili. Il centro di NY non é a buon mercato. E neppure i tizi della sorveglianza. Gente attenta, forse con armamenti potenti abbastanza da rappresentare un problema serio. Peccato che gli artigli e un fattore di rigenerazione non siano stati i soli risultati dell’esperimento. Ho anche ereditato un certo olfatto. ...
... Non esattamente ideale come dono, visto che spesso soffro di raffreddore. Ma in quel momento era perfetto. -Simon, come va?-, chiese una voce sotto di me. -Il solito, Roger.-, disse l’interpellato. Due tizi in giacca e cravatta, visibili tramite la grata dei condotti d’areazione. La mia infiltrazione aveva richiesto tempo, e soldi (molti) ma stava dando frutto. I rigonfiamenti alla vita indicavano delle pistole. Bene. Armamento che potevo affrontare senza troppi rischi, ma non subito. -Questo compito é una pizza. Potevo accettare quel contratto a Rio… Ma questo pagava meglio.-, disse Simon. L’altro, Roger, rise. -Che vuoi che ti dica. Una volta finito questo contratto, andremo a Rio e ci svuoteremo i testicoli fino al collasso!-, esclamò. Un po’ provai pena per loro. Non erano sicuramente degli idioti e il fatto che avessero sogni e speranze provava che non erano semplici quarti di bue da fare a fette. Purtroppo per loro erano sulla mia strada. -Beh. Io continuo la ronda, ci si vede!-, esclamò Roger. Simon annuì, restando fermo. Poco sotto di me. Tempo di agire. Tagliai silenziosamente la grata con un altro gadget procuratomi al mercato nero. E balzai di sotto. L’immobilità lasciò il posto all’adrenalina. Simon si voltò. E incassò due colpi al petto. Peccato, niente Cicha de Rio De Janeiro per lui. Il silenziatore dell’ingram aveva funzionato alla perfezione. Adagiai il corpo in un angolo della stanza piena di cubicoli e uffici in cui mi trovavo e scattai in avanti, silente. ...