1. Tornando a casa in autobus 3° parte


    Data: 06/07/2024, Categorie: Prime Esperienze Autore: Liliana1980, Fonte: Annunci69

    Visto che per qualche ora sono sola in casa ne approfitto per scrivere la parte finale del racconto dell’avventura sull’autobus.
    
    Vi ricordate eravamo rimasti che Lilly aveva dato appuntamento allo sconosciuto per mercoledì.
    
    Vi sarete chiesti perchè mercoledì e non prima.
    
    Lunedì e martedì non sarei uscita da scuola, avevamo un torneo di pallavolo e mi sarei fermata a dormire, visto che si giocava di sera.
    
    Arrivò il mercoledì.
    
    Si respirava aria di vacanze natalizie.
    
    Il giorno dopo ci sarebbe stata la festa della scuola, regali,auguri,commiati,arrivederci al prossimo anno, come se le vacanze durassero un anno e non solo 20 giorni.
    
    Poi ognuna sarebbe andata per la sua strada, ci saremmo riviste dopo l’epifania.
    
    Con questi pensieri arrivai alla fermata dell’autobus, mostrai la tessera e andai al solito posto.
    
    Dopo un po’ l’autobus si mise in moto.
    
    Prima fermata,ripartenza,qualcuno scendeva, qualcun’altro saliva, ma non ci facevo caso, non erano loro che mi interessavano.
    
    Mentalmente contavo quanto tempo era necessario per arrivare alla fatidica fermata.
    
    Immersa in questi pensieri, non mi accorsi che qualcuno mi era alle spalle, sentii un fruscio.
    
    Non so come capii che era lui, era salito prima del solito, con un filo di voce disse.
    
    “per favore vai nell’angolo, in fondo al bus”.
    
    Feci quello che mi aveva chiesto, lo potei fare tranquillamente, il bus era ancora semivuoto.
    
    Mi sistemai con la schiena appoggiata all’angolo, volevo vederlo ...
    ... in viso e guardare cosa aveva intenzione di fare.
    
    Restai parecchio delusa nel vedere che non faceva nulla, non si muoveva, non capivo perchè, cosa era accaduto, per giustificare un comportamento così, continuavo ad arrovellarmi il cervello alla ricerca di una risposta, quando tutto mi fu chiaro.
    
    Arrivammo alla solita fermata, appena la gente cominciò a salire, si alzò.
    
    Venne verso di me, fermandosi proprio davanti, in modo da farmi scudo dalla gente che stava salendo.
    
    Impugnò i corrimani che erano ai miei lati, tenne duro, affinché fra di noi rimanesse un piccolo spazio.
    
    Hai capito il porcello, aveva anticipato la salita sul bus, per avermi nella posizione e nel posto che lui desiderava.
    
    Ne approfittai per osservarlo,era abbastanza alto, gli arrivavo al mento..
    
    Un viso che definirei dolce,ad occhio e croce non superava di molto i quaranta.
    
    Quando l’autobus fu pieno come la classica “sardina in scatola”, l’autista mise la marcia e il bus ripartì con il suo mondo viaggiante.
    
    L’ondeggiamento della partenza mi aveva fatto sbattere un paio di volte contro di lui, era una roccia da quanto forte si teneva al corrimano, non voleva cedere un cm alla folla che premeva.
    
    Quando tutto si stabilizzò, mise le mani in tasca del giaccone e lo aprì creando una barriera fra me e il resto delle persone.
    
    Nessuno avrebbe potuto vedere quello che sarebbe successo in quell’angolo, oltretutto ognuno pensava ai fatti suoi.
    
    Non so perché,ma questo mi tranquillizzò e ...
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