1. Eneide Postmoderno-Dei tormenti della Regina


    Data: 04/07/2024, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Erano ormai passati ben quaranta giorni dall’arrivo di Janus e degli esuli a Kelraes.Nonostante si fossero integrati nella vita del Regno, la Regina non poté fare a meno di notare che i compagni di Janus erano particolarmente afflitti. Poteva comprendere ma non riusciva a capire il motivo di cotanta afflizione. Convocò il capo degli esuli nella sua reggia.-O Janus, ti prego di rispondere con onesta sincerità al mio cruccio: perché il tuo popolo, pur al sicuro, accudito, nutrito e accolto in amicizia non gode di felicità? Perché sui loro volti ancora colgo la malinconia e lo sconforto? È forse di poco gradimento l’ospitalità della mia gente?-, la voce della Regina vibrava di preoccupazione. Janus, chino dinnanzi alla sovrana scosse il capo.-O Regina, essi nutrono una grande afflizione, come anche io! Io ricordo la moglie che fu mia, Bersaidea. Ricordo le lame che le trapssarono il petto dopo che uomini l’ebbero presa a forza. Ricordo mio fratello Aristomus e la sua eroica morte nella Cerchia Interna. Ricordo i Confratelli di Siva, i sacerdoti della nostra gente venire abbattuti dalla furia dei Cimenei. Può forse un uomo che ha visto tutto questo scordare tanto in fretta l’afflizione e il dolore? Scacciare gli incubi di simili stragi nel giro di una notte? No, io non lo credo, o grande guerriera!-, esclamò.-Dimmi allora come posso alleviare la loro pena, viandante!-, lo esortò l’amazzone.-Non vi é modo se non con il tempo, presso il mio popolo si disse che cura ogni lesione.-, ...
    ... disse lui.La regina tacque, persa nei propri pensieri. Annuì infine.-O Esule, sarebbe per me un privilegio condurti a caccia meco.-, disse.-Il piacere invero sarebbe mio, o Regina.-, disse Janus. Si separarono con la promessa di ritrovarsi il giorno seguente alle prime luci dell’alba.
    
    -O Regina, colgo la tua agitazione, il turbamento che ti ammanta come la rugiada ammanta i fiori!-, Althea parlò senza alcuna remora. La regina sospirò, tristemente.-Althea, tu tra tutte noi e il popolo maschile che son nostri compagni e servitori onorati, hai goduto senza sforzo dell’oggetto del desiderio che fu mio.-, la sala del trono era vuota.C’era solo Althea a occuparla e la regina, assisa in trono.-Mia signora, certamente l’Esule ha i suoi meriti, ma… mi domando… é lui degno dell’attenzione che lei riserva?-, chiese, -Insomma, é un uomo. Ha sparso il suo seme, ma tant’é. È egli anche astuto, intelligente, di braccio e volontà forte? È egli degno di impregnare il tuo ventre, o Regina?-.La Regina tacque, per un lungo istante.-Non é mistero che la nostra gente eviti uomini e donne dappoco. Non é mistero, Althea della Casa di Ghel. Ma é profondo e rovente il desiderio. Mi illanguidisce, intorbida il sangue e annebbia il giudizio! Mai, mai nella vita mia provai simile emozione, cotanta passione, un tale anelito!-, la Regina si alzò dal trono, prendendo la giovane per le spalle.-Oh, Althea! Tu l’hai avuto. Egli era tuo e tu sua! Quale suprema grazia accordata a te, mia figliola!-. esclamò ...
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