1. Quella dolce follia


    Data: 28/06/2024, Categorie: Lesbo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... lo rispedisce all’indietro, da ultimo incrocia le gambe e inizia a scartabellare sbadatamente un periodico. Io l’esamino con una meticolosità raffinata, dato che dall’orientamento dei suoi arti inferiori incrociati ne rincorro quelle fattezze e mi smarrisco in quei cantucci non rivelati, alla fine sguscio per un istante fuori dalla cabina. Il silenzio là fuori nella corsia mi meraviglia, in quanto più avanti addossato di spalle al cristallo dell’oblò si trova unicamente un giovane che trasmette concitatamente un avviso con il telefonino, dato che lo vedo digitare veloce sui piccoli tasti con l’altra mano dentro la tasca. Il treno sfreccia lesto, io giungo nella carrozza riservata ai fumatori con l’intenzione di fumare; più volte, quando mi trovo sul treno sciupo e spreco il sapere dei miei trasferimenti, dal momento che mi sento autonoma e sciolta di proseguire più in là della località attesa e calcolata, di non trattenermi, d’ignorare e di trascurare ogni cosa che ho abbandonato nella mia dimora. Al presente sto fumando lasciando uscire dalle mie labbra piccoli cerchi di fumo grigio, quando rientro squadro la sconosciuta dai capelli rossi che rialza lo sguardo e lo lascia qualche secondo di troppo dentro di me, io m’accomodo e mi piego in direzione dell’oblò per contemplare all’esterno il buio della notte che si snoda rapido così come il convoglio, mentre m’appoggio nel frattempo di fianco sul sedile. In quell’attimo vorrei togliermi le scarpe e tirare su le gambe e ...
    ... piegarle, in quanto non reggo né sopporto rimanere seduta nella stessa posizione per lungo tempo:
    
    ‘Per cortesia, potrebbe sorvegliare la mia borsetta, perché devo assentarmi un istante, devo andare alla toilette’ – m’invoca lei senz’attendere il parere.
    
    Io faccio un cenno d’approvazione con la testa, però non mi muovo dal vetro visto che funge da specchio, perché la vedo ravvivarsi i capelli, coordinare con un’azione lesta la maglietta e andare fuori. Attualmente nella corsia l’illuminazione si &egrave attenuata, un uomo d’età avanzata conversa al telefonino e passeggia, qua c’&egrave unicamente lui e il giovane di prima, che al momento &egrave concentrato su d’un quotidiano sportivo. Adesso inizia a sentirsi la calura, per l’occasione ho solamente un pullover dal filato delicato con la cerniera con la mia abituale blusa di colore blu scuro. Lei nel frattempo riappare, giacché preannuncia il suo arrivo la marcata scia del suo profumo, ascolto che richiude la porta, poi avverto un attimo lunghissimo e d’irreale silenzio. Io continuo a guardare fuori appoggiata con tutto il corpo di lato al sedile, le spalle al resto del vagone rivolte alla porta, al resto del mondo, con l’espressione dilatata ed estesa come una macula nell’oscurità per aspettarmi e per aspirare alcune cose che non so esattamente nemmeno io. Quello che colgo all’improvviso da non capire, &egrave la scia sfumata di profumo, poi il suo corpo che &egrave dietro di me, vicinissimo, da non permettermi quasi di ...
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