1. Danilo e federico - parte i: residui (3)


    Data: 23/06/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    Mi svegliai di soprassalto. La luce del mattino inondava la camera. Girai lo sguardo verso la sveglia: erano le 11 passate. Passai in rassegna con gli occhi il locale. Della bestia non c’era nessuna traccia, come se non avesse lasciato segnali del suo passaggio.
    
    Forse è stato un incubo, mi ritrovai a pensare, ma una sensazione di improvviso dolore mi riportò alla realtà. Provai a mettermi seduto, ma i tessuti del mio ano erano talmente irritati che l’operazione risultò impossibile. Con estrema fatica, mi girai sul fianco e mi alzai con una smorfia sul viso. Guardai il letto: era un campo di battaglia, le lenzuola giacevano alla rinfusa per terra, mentre al centro campeggiava una estesa macchia giallognola. Vi passai la mano: era ancora umida, ma un dettaglio colpì la mia attenzione. Erano distintamente visibili delle striature di un inequivocabile rosso accesso. Mi cedettero le gambe: ricordai che la notte prima avevo cominciato a perdere liquido dal mio ano, ma credevo fosse solo la sborra calda dell’uomo. A quanto pare, il suo passaggio aveva lasciato delle enormi tracce dentro di me, lacerandomi i tessuti fino a farli sanguinare. Provai a passarmi delicatamente un dito sul buco, ma lo ritrassi quasi istantaneamente, come se avessi ricevuto una scossa. Non riuscivo nemmeno a toccarlo, tanto era il dolore.
    
    Come in trance, andai in doccia e provai a lavare via quelle disgustose tracce. Funzionò, almeno in parte. L’acqua tiepida rilassò i miei muscoli e cominciai a ...
    ... provare un leggero sollievo, ma quella zona era ancora inavvicinabile. Chiusi l’acqua, uscii dal bagno, mi rivestii con cura e mi guardai allo specchio con angoscia. Lo specchio rifletteva una immagine pietosa di me. Di lì a meno di 24 ore avrei dovuto affrontare l’esame per il concorso, ma come avrei fatto in quello stato?
    
    Erano appena scoccate le 12 e decisi di scendere al piano terra per ristorarmi con un abbondante pasto. L’ascensore si aprì e mi ritrovai nell’atrio, davanti al banco della reception. Davanti a me, il concierge della sera precedente sollevò lo sguardo e mi rivolse un largo sorriso.
    
    Senza darlo a vedere, riversai su di lui tutto l’odio che avevo in corpo, sperando che lo uccidesse: se non fosse stato per la sua stupida proposta, adesso non mi ritroverei in questa situazione. Rotto sia nell’animo che nel fisico.
    
    «Signor Verucchio, ha dormito bene? Spero che, nonostante l’inconveniente, abbia passato una buona nottata».
    
    Ero sul punto di sputargli in faccia il mio veleno, ricominciare a piangere, affidare a lui la mia disperazione. “Come fa a non accorgersi di quello che mi è successo?”, ebbi l’impulso di urlare. Ma nulla di tutto ciò avvenne: per qualche strana ragione mi sentivo sporco, colpevole, sfinito. Stampai sul mio volto il solito sorriso di circostanza e confermai la splendida dormita, mentre sfilavo verso il buffet.
    
    Il pranzo fu un incubo: non riuscivo a stare decentemente seduto sulla sedia. Tentavo di tenermi sollevato per qualche ...
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