1. 015 il gran sogno della vita


    Data: 05/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... nostro tronco. La tavella - laterizio forato adibito a vari usi nelle costruzioni edilizie - mi fini in parte sulla faccia, e per quanto ridessi anche io, gli feci notare che stavo sanguinando dal naso.
    
    Allora nel buio accese l’accendino per accertarsi sull’entità dell’ incidente, e quando la luce dipinse il suo volto con quei suoi occhioni gitani, io mi sentii morire per il tanto amore.
    
    Egli per un attimo fu serio, mi parve di intendere una cupa preoccupazione, mi scrutò con perizia, e prese a sputarmi sulla faccia che io mi eccitai subito chiedendogli di sbattermi forte sul ghiaione.
    
    Nessuno mi sputava cosi, certe racchie ragazzi, grosse come ranocchie.
    
    Solo mio padre poteva dirsi all’altezza di una siffatta gravosità di sputo, e solo apparentemente poteva dirsi con disprezzo. Mio padre, non perché era mio padre, mi voleva un gran bene e ricorreva a questo espediente solo per perseguire finalità pedagogiche, quando ovverosia violavo i precetti della buona educazione.
    
    Ci spiego. Egli, papà, mi sputava in due situazioni ben circostanziate. Uno, quando facevo arrabbiare il mio insegnante, don Eusebio Da Cefalea, un gesuita marchigiano pace all’anima sua, per le mie errate traduzioni di latino.
    
    Due, quando mi opponevo alla lascivia di quest’ultimo, che pretendeva accurate ablazioni di formaggia con la lingua al termine della lezione di storia antica. Mio padre diceva che dovevo onorare con gratitudine gli sforzi del mio maestro, che all’epoca aveva 82 anni. ...
    ... No, dico, per dire.
    
    Se posso ancora parlare un attimino di mio padre, occorre riferire al sapiente lettore che contrariamente a mia madre, mio padre non mi ha mai offeso in vita sua. Sputarmi, o scorreggiarmi in faccia, pisciarmi in culo o schizzarmi lo sborro sulla pizza farcita alla mozzarella di bufala, erano per lui sistemi educativi, tanto che io con papà non ce l’ho mai avuta.
    
    Diverso è stato il rapporto con la genitrice madre. Essa soleva dirmi spesso di volermi bene, peccato che nelle occasioni mondane, solava spacciarmi tra gli invitati come una rotta in culo: mi appellava a Priscilla la cessa, fogna umana, La Messalina, La Sputacchiata del Deserto.
    
    Io detestavo mia madre, poiché teneva a beffeggiarmi in pubblico dandomi del depravato con una fica tra le natiche. Fica Cacante, diceva. E gli invitati se la ridevano di pancia. E anche io ridevo. Cosa potevo fare?
    
    Voi capite perché da anni sono in cura dalla psichiatra, ed ella sostiene che i miei problemi saranno risolti solo dopo una profonda assoluzione di mia madre. Mia madre però mi disprezzava, forse perché sapevo far scopare papà come lei non era capace. Mamma era frigida, mi dava in pasto a mio padre purché non cedesse a condotte fedifraghe fuori dalle mura domestiche.
    
    Ora, sapere di essere oggetto di disprezzo della genitrice madre è un danno irreparabile sulla propria autostima. La psichiatra mi ha detto che al danno c'è la cura, ma non si guarisce mai salvo per “compimento del sé in una salvifica ...
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