Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (23)
Data: 19/06/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
Riportiamo il racconto nella sezione a cui dovrebbe essere inserito. Ci scusiamo per l'inconveniente
MIA
Un lampo nella mia memoria mi fece ricordare chi fosse quell’amico di Cosimo, il garzone della salumeria dove di solito mi rifornivo. Non lo avevo riconosciuto prima forse perché non lo avevo mai considerato o forse perché vestito in maniera molto informale. Nell’attimo stesso in cui la memoria mi aveva fatto riconoscere quell’individuo (non saprei definirlo in altro modo) capii che oramai non sarei stata mai più la stessa, non ero più quella persona che fissava negli occhi l’interlocutore di turno senza mai distogliere lo sguardo per prima. Ora ero solo una puttana, una schiava, una cagna nuda, ai suoi piedi e a quattro zampe tenuta al guinzaglio dal suo padrone. Ora ero io che temevo il suo sguardo e non avevo più neanche il coraggio di alzarlo per guardarlo negli occhi come una volta. La prof era perduta per sempre ed era stata sostituita da una puttana, anzi da prof salope come Jamaal mi aveva battezzata: una schiava senza personalità, pronta solo a far godere gli altri e disposta a ricevere, anche con gioia, ogni offesa, ogni depravazione e ogni umiliazione da chiunque lo volesse. Mi resi conto di essere pronta a tutto questo e chissà a cos’altro quando vidi il mio padrone consegnare al garzone il guinzaglio che era attaccato al collare che portavo al collo. Abbassai il capo con umiltà e sottomissione decisa a seguire il mio nuovo padrone come una cagna ...
... fedele e ubbidiente.
Il garzone, quello con cui avevo sempre mantenuto le distanze e che forse senza rendermene conto avevo persino disprezzato e offeso più di una volta, quel garzone ora era trasformato, era un altro, era una persona arrogante, che mi dominava con una soddisfazione sgarbata e che poco prima, nei gabinetti di quell’infimo cinema, mi aveva trattata da cagna in calore e persino come una latrina in cui e su cui poter svuotare la propria vescica. Ora a quel garzone mi sarei dovuta umilmente sottomettere e dire sempre si, avrei dovuto accettare e subire tutte le sue voglie, anche le più depravate e umilianti.
Il garzone prese in mano il guinzaglio e, senza dirmi nulla, mi fece alzare con uno strattone, proprio come si fa con i cani, e, con lo stesso sistema, mi impose di seguirlo.
La sala era tornata al buio perché il film era di nuovo in proiezione per l'ultimo spettacolo, ma lo spettacolo principale si era tenuto poco prima, uno spettacolo in cui io ne avevo fatto parte anzi ne ero stata la vera protagonista la vera attrazione della serata.
Feci un po' di resistenza quando mi tirò fuori dalla sala, nell'ingresso del cinema, dove c'è la cassa. Quel luogo era completamente illuminato ed io mi vergognavo tantissimo nell'uscire così, nuda e lercia, tirata al guinzaglio come una cagna, con la possibilità che, attraverso le vetrate, da fuori tutti potessero vedermi.
Comunque non avevo altra possibilità che seguirlo, cercando di nascondere almeno il viso ...