1. Quando le donne belle... nascondono qualche sorpresa...


    Data: 17/06/2024, Categorie: Etero Autore: xNemesi, Fonte: Annunci69

    ... alghe verdastri provenienti dal malefico intruglio che sta bevendo che le sono rimasti appiccicati sui denti.
    
    Cazzo no..., non ce la posso fare..., così riprendo quota come un aeroplano dopo un tentato atterraggio con forti raffiche di traverso, e rimango a distanza di sicurezza da terra in attesa che il vento cali, mentre la mia solita vocina interna mi dice: "Nemesi ma che è?, fai lo schizzinoso?, stai invecchiando?, cacciale la lingua in bocca che aspetti?"
    
    Riprendo a parlare, le chiedo dei suo gatti. Tutti e tre mi racconta erano destinati a fare una brutta fine. Quello che pensavo pazzo si chiama Maxi è cieco e ha anche problemi di equilibrio e di udito, Tito invece è il nome del gatto pirata che invece è finito sotto una macchina e lei ha raccolto dalla strada mezzo morto.
    
    Mentre mi racconta tutte queste cose e altri aneddoti su di loro, arriva il terzo gatto che silenzioso si arrampica sul divano dalla mia parte e dopo qualche secondo si sdraia proprio vicino a me... E' proprio bello, ed è un gran coccolone, lo accarezzo con la mano sinistra, mentre con la destra accarezzo lentamente una gamba della sua ...
    ... bella padrona.
    
    Lei parla..., parla...
    
    Parla dei suoi gatti...
    
    Io un po' l'ascolto ed un po' penso che forse è il momento di riprovare la manovra d’atterraggio. Sono già in vista della pista e con la mente pregusto la morbidezza di quelle labbra, in sottofondo attutita e lontana la sua voce.
    
    Ora mi pare stia parlando dell'ultimo gatto che..., dice: “Stasera non si è ancora visto. Si chiama "Robertino. Sembra del tutto normale, e invece poverino è nato con un problema. Sai..., è del tutto incontinente, fa la pipì da tutte le parti, per questo come vedi, lascio giornali vecchi sparsi per casa un po' dappertutto..."
    
    Giuro. E' stato in quel preciso momento, che ho sentito qualcosa di liquido, caldo e non esattamente "profumato", scaldarmi il sedere per poi scendere giù verso la coscia e il polpaccio sinistro attraverso il tessuto dei miei pantaloni.
    
    Lui..., quel gran bastardo di "Robertino", era ancora lì, sdraiato accanto a me.
    
    Mi fissava con quello sguardo sornione come a dirmi:
    
    “Amico..., è già tardi, ti conviene andare.
    
    In questa casa, credi a me...,
    
    non c'è posto per un altro gatto!”
    
    Nemesi 
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