Servizio ncc con sevizie – parte 1
Data: 13/06/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Darkdaddy, Fonte: Annunci69
... biascicò Nicola.
“Allora se volete continuare il divertimento, vi posso portare ad un after non distante da qui… che ne dite? Ovviamente rimarrò a vostra disposizione per riportarvi a casa”.
Ci guardammo e scoppiammo nuovamente a ridere, dicendoci che quella era davvero una serata di riscaldamento pre-Grecia.
“Sìììì! Andiamooo!!!”, gridammo all’unisono.
“Bene… salite pure signori.”
Ci sedemmo tutti e tre sulla prima fila di sedute posteriori, e non appena si chiuse la porta automatica l’autista partì a gran velocità verso la festa successiva.
I vetri erano oscurati per cui faticavamo a capire la direzione verso cui stava guidando: appoggiai la testa sulla spalla di Nicola, e mi addormentai senza accorgermene.
“Signori, siamo arrivati a destinazione. Vi prego di scendere, facendo attenzione a non cadere”.
L’apertura della porta ci inondò di una fortissima luce al neon, che i nostri occhi fecero fatica ad affrontare. Scendemmo lentamente, sia per la sbornia altamente in circolo, sia per l’incapacità di mettere a fuoco lo spazio circostante.
Appena usciti dall’auto, sentii qualcosa premuto sulla mia bocca e poi fu il buio totale.
Quando riaprii gli occhi, la testa penzolante verso il basso, mi ritrovai completamente nudo, ricoperto di sudore, con le caviglie legate a delle catene fissate al pavimento, e le braccia rivolte in alto, coi polsi legati ad altre catene che pendevano dal soffitto. Era uno stanzone enorme, tipico dei capannoni ...
... industriali, con le luci al neon fortissime a creare un effetto giorno.
Di fronte a me, in una disposizione triangolare, c’erano anche Nicola e Matteo, ancora incoscienti, ma nelle mie stesse condizioni. Cercai di urlare ma mi accorsi che avevo qualcosa in bocca che mi impediva di emettere dei suoni. Sentivo caldissimo: ero madido di sudore, e le gocce scendevano copiose sulla mia fronte.
All’improvviso mi si parò davanti qualcuno: indossava solo un camice da medico, e portava una maschera da diavolo, rossa con spruzzi di nero, e le corna lunghe e nere. In mano aveva uno smartphone.
“Mmm… mmm!! Mmm… MMM!!!”. Era tutto quello che potevo dire per urlare la mia disperazione, per chiedergli aiuto, per sapere cosa ci stesse succedendo.
“Signori, voi siete l’anima della festa, e l’anima della festa non dorme finché la festa non finisce. Rimanete svegli, e godetevi il momento. Ed ora, cominciamo il gioco.”
Entrarono altri finti medici, con la maschera da diavolo: erano una decina, di varie altezze e forme. Si disposero a cerchio di fronte a noi tre, dandosi di gomito forse per la visione di tanta bellezza e giovinezza.
Nel frattempo, anche Matteo e Nicola si erano svegliati, e si agitavano come dannati facendo scuotere gli anelli di acciaio delle catene, schizzando gocce di sudore per terra.
Una musica di sottofondo cominciò a suonare; dopo le prima battute, la riconobbi: era la quinta sinfonia di Mahler.
I finti medici si tolsero i camici, e li lanciarono dietro le ...