Cap 7. come sono diventato il suo schiavetto
Data: 27/05/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Cows64, Fonte: Annunci69
... perdere Marco, non so cosa fare”.
Flavia piangeva a dirotto e Mike non sapeva più cosa afre per confortarla, era veramente doloroso quello che era successo ed anche lui era colpevole quanto Flavia.
Distese Flavia sul letto, la copri con il lenzuolo e si rivestì, voleva cercare il suo amico, o forse meglio dire ex amico, perché era sicuro che non poteva fare più nulla ormai, il giocattolo si era rotto.
Dopo essere stato per un po’ sulla panchina mi incamminai per il bosco, era tranquillo e camminare tra gli alberi mi aiutava a somatizzare il dolore ed a non pensare a quello che era successo, anche se era un’impresa titanica. Camminai per ore, alla fine arrivai sul bordo di una strada e cercai un passaggio per tornare a casa.
Mike dopo più di un’ora era rientrato a casa, e come entrò Flavia si precipitò da lui sperando che ci fossi anche io, ma quando lo vide da solo la speranza lasciò il posto alla disperazione, e pianse di nuovo.
“Mi dispiace Flavia, ho cercato ovunque, ma non sono riuscito a trovarlo. Sono davvero mortificato e distrutto, mai avrei voluto che succedesse una cosa del genere, Marco è mio amico e lo amo anche io”
“Lo so Mike, ma abbiamo fatto una cosa che non si può perdonare, lo abbiamo fatto soffrire quando lui ha sempre cercato di farci stare bene e darci tutto quello che volevamo. E’ stato ingiusto, e mi vergogno per come mi sono lasciata trasportare dalla situazione, per come lo ho umiliato davanti a tutti! Io lo amo, e guarda cosa ho ...
... fatto, mi faccio schifo!” “Montiamo in macchina ed andiamo a cercare Marco, e spero di ritrovarlo. Ma se non lo troviamo cosa dirò ai suoi genitori? Dio, fa che stia andando a casa ti prego!”
Mike la prese tra le braccia per tentare di consolarla, altro in quel momento non poteva fare. Dopo che Flavia si riprese un po’, salirono in macchina e cominciano a vagare per il circondario nella speranza di ritrovarmi, ma io avevo tagliato per il bosco e quindi ero tutto da un’altra parte, e non mi avrebbero mai trovato. Meglio così, ero incazzato e deluso, non volevo essere trovato.
Mi girava anche la testa da quanto ero incazzato, così non mi accorsi del paletto sul ciglio e con il piede lo urtai cadendo malamente, strappandomi il jeans sulla coscia, fortunatamente solo il jeans e non la pelle, ci mancava anche di ferirmi fisicamente! Bastava la ferita psicologica!
Mentre mi tiravo su, un tir di quelli grandi si accosta e il camionista mi chiede se va tutto bene.
“Si grazie, tutto ok, sono inciampato sul paletto ma sto bene” “Anzi, potrei chiederle un passaggio? Devo tornare a roma ed a piedi ci arriverei domani” dissi con fare scherzoso, sperando in un po’ di pietà da parte del camionista.
“Sali dai, devo fare una sosta tra un po’ perché ho guidato troppe ore, ma se non hai fretta io poi riparto dopo un’ora”
“Scherza?? Va benissimo, tanto deve essere a casa per le 20.00, e sono appena le 17.00” Che botta di culo! Pensavo che avrei dovuto camminare per tutta la notte, ...