1. Ricerca di gratificazione


    Data: 03/09/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... io esisto ancora per te, tenuto conto che tutte queste sono solamente delle inezie e delle scemenze che ti sei creato e inventato tu insieme alla mia beneamata analista.
    
    ‘E’ esultante e festoso, giacché ha potuto disporre dell’attestazione e della testimonianza che lei &egrave al momento viva nei suoi pensieri’ – aveva placidamente esordito distendendosi sopra quella poltrona.
    
    Sì, infatti, accomodato precisamente sopra quella poltrona come tutti quegli stupidi che come me prima riempiono e successivamente svuotano il portafoglio di centoni di euro, per farsi prescrivere la ricetta della felicità. Ci divide una scrivania, in questa villa fredda e gigante a picco su quel lago grigio e stagnante, io acquisto la ricetta della letizia e della spensieratezza in un contorno passivo e spento, che risuona peraltro di forza con tutte quelle molteplicità insoddisfatte e malcontente del mio spirito interiore. Al momento ci separa una scrivania, ebbene sì, un limite labile della mobilia, che marca distintamente contornandone il confine del potere. Lei ha i sacri unguenti attaccati alle pareti per vendere pillole di buon umore, dopo aver fatto rigettare i confini d’un passato all’improvviso avvilente, penoso e svalutante, con le gabbie dell’animo che incatenano ogni buona volontà di vivere e non soltanto di sopravvivere.
    
    ‘Sono fortunata e privilegiata’ – mi ribadisco io, nel momento in cui mi dirigo in direzione della macchina con le zeppe che affondano nel parco sorvegliato da ...
    ... Biancaneve con i sette nani. Sono allegra mi riaffermo in maniera inedita e alquanto persuasa, in quanto me l’ha riferito placidamente quell’analista. Per quale motivo ti sei ripresentata? Per quale ragione non sono soddisfatta? Perché l’allegria, la felicità e la serenità non s’acquistano, in ultimo non sono nemmeno in commercio? Non ti pare? Questa richiesta batterebbe e oltrepasserebbe l’offerta, poiché non esistono sorgenti sconfinate di beatitudine, perché tu sei riapparso nella mia vita non per amore, dato che tu l’amore non sai neppure che cosa sia.
    
    Tu mi rivuoi caldamente fra i tuoi riconoscimenti, festosamente tra i tuoi trofei, vivamente in linea generale, quale altro raggiungimento d’altronde per raggiungere quel tuo proposito con un numero di telefono e una vagina accanto. Tu ritorni da me, perché sai che io t’arrotolerei nel risucchio della tenerezza, che saresti accettato e accolto senza nessuna rivendicazione né pretesa di raffronto, per il fatto che sei da solo pure tu, addolorato, non corrisposto e sconfortato di non essere positivo. Io rientro a casa dopo avventure incompiute, fra le penombre obbligate e i ricordi agitati d’una vita incolore e insapore, ciononostante sorrido della mia finta e imposta felicità, della maestria sensata e inesplorata, della mia perenne contesa con la tua distanza.
    
    Un rigagnolo d’acqua si snoda frattanto al di sotto della porta del bagno sfociando dal piatto della doccia peraltro siliconato male, mentre raggiungo la fonte, la ...