1. Ricerca di gratificazione


    Data: 03/09/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io scrivo le argomentazioni e le conclusioni della vita da sola, senza considerare né valutare che cosa ne concepiscano interpretandone né immaginandone gli estranei, che della mia vita ne hanno composto costituendone il ritaglio. Sono una pestifera e tremenda accaparratrice, ingenerosa e ingrata, perché voglio tutto per me, sia l’amore sia il dolore sia il rammarico. Io non classifico né discrimino né scelgo fra l’uno e l’altro, visto che nel groviglio dei miei nervi s’infilano entrambi come serpi attorcigliandosi e confondendosi come delle spire malvagie, dato che mi sfruttano, mi spremono e mi fanno gesticolare in modo indemoniato.
    
    Anche oggi ho il mio usuale incarico di vita da compiere e alla fine da ultimare, ma con te però, perché io metto alla prova e sperimento in ultimo bizzarre, focose e incredibili sensazioni. Attualmente gira il tuo pensiero, considerato che s’arrovella di netto nel mio intelletto, frullano le tue parole dentro di me, nel mio cervello s’animano ravvivandosi indomabili e nel mio cuore s’incidono svettando taglienti. Io non ti chiedo dove sei, adesso lo so, perché sei tornato imperioso e prepotente fra le mie gambe, dentro i miei occhi e sulla mia pelle. La mia mente però no, quella non l’hai mai abbandonata né ignorata, perché il sale di quelle lacrime ha solcato il mio viso, in quanto io t’ho cercato troppo e ho pianto tanto. Ripensarti era come recarsi al cimitero, dal momento che vedevo la tua migliore fotografia piantonata in un ...
    ... portaritratti argentato e intorno gli atteggiamenti d’una natura multicolore, io là che pregavo e invocavo un ritorno che credevo impossibile, eppure soltanto i morti non riappaiono.
    
    La morte &egrave il zittirsi in eterno, l’assenza forzata, il congedo perenne. Morire &egrave spegnersi, troncare il respiro, tagliare le relazioni, smorzare la presenza, ma tu non sei mai morto. Io ti ho tenuto però in vita dentro di me con l’amore che soltanto il grembo d’una donna sa alimentare, coltivare e in conclusione adeguatamente mantenere. La fertilità della mia memoria ha dissetato il rimpianto di te, mentre le mie mani modellavano e le mie gambe avanzavano unicamente per te in attesa della tua ricomparsa in vita. A dire il vero non sono felice neanche adesso dopo la tua resurrezione, poiché sono lo sfizio imprudente e sconsiderato, la bestia infuriata e mai appagata, per questo motivo io scivolo come una lucertola in quell’angolo di sole che al mio arrivo si oscura, sempre.
    
    La tua anima &egrave un’inutilità rattristata e contagiosa, il tuo odore scostante e selvatico &egrave fastidioso sul mio corpo, allora strofino la pelle per separarmi da questa nuova seccatura sotto lo scroscio bollente e sordo dell’acqua. Gratto con le unghie e una spugna grezza l’amaro pungente del sesso, del tuo sesso, poi svuoto quelle bottiglie di bagnoschiuma dai mille aromi, però &egrave tutto come prima: il telefono che reclama vibrante i tuoi desideri, il mio corpo stanco d’esaudirli, il mio cuore illuso che ...
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