1. Sguardi


    Data: 17/05/2024, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... Interessi, lavori, cose. Stuff like this… Preludio alla conversazione vera, quella dove le parole sono di troppo. E restano gli sguardi, le sensazioni, l’anima nuda. Mi guarda. La guardo. E lentamente, le prendo una mano. Lei stringe. Ha la mano umida. Altro segnale. Solo un altro ancora. Conferma finale. Lei mi guarda. Io faccio una battuta idiota. Lei ride. E, improvvisamente, lo vedo. Un segnale appena percepito. Gli occhi. Sono languidi. C’é qualcosa in quegli occhi ora. C’era anche prima ma ora… È palese. O quantomeno, manifesto. Mi alzo con calma, senza interrompere il contatto. La cameriera accorre. Chiedo il conto senza guardarla, anche se sicuramente é all’altezza di colei che al momento catalizza i miei pensieri. Nessuno sguardo, per la cameriera. Tutta la mia attenzione é su di lei. Lei che lentamente si alza. Io che pago. Movimenti misurati, ma tesi. La guardo. È bella. È bella per me. Per altri potrebbe non esserlo ma cosa importa davvero? Gli altri non c’entrano niente.
    
    La accompagno a casa. Parliamo. Fa caldo. Arrivati da lei, gli sguardi s’incrociano di nuovo. E stavolta, parole non ce ne sono. C’é solo il respiro, il mio e il suo, mescolati in un solo soffio vitale. E i nostri occhi, che si chiudono appena, e le labbra si cercano, si sfiorano, si assaporano. Un bacio conquistato, strappato alla stagnazione, all’indecisione, alla paura. Il cuore batte forte. Sento un erezione. La sente anche lei? Molto probabile. Ho paura che mi reputi un maniaco. Ma quando ...
    ... ci stacchiamo, lei e i suoi occhi sorridono. E sorrido anche io prima che lei salga in casa. Io non la seguo. Non ancora. Tempo al tempo.
    
    E tempo fugge: giorni di messaggi, impegni miei e suoi, sguardi attraverso schermi in videochiamata. Attesa. Fino al weekend dove, finalmente, ho modo di invitarla da me. Il suo sguardo é felice. La faccio salire. Secondo piano, porta a destra. Atrio spoglio ma non privo di un paio di mobili funzionali. Angolo cucina. Le offro un caffé. Non rifiuta. Beviamo piano. Improvvisamente però lo vedo: il suo sguardo é… diverso. C’é qualcosa che conosco, in quello sguardo. Desiderio, anche se timoroso, esitante. Sorrido. Le prendo la tazza dalle mani, lavo e metto via. Mi volto verso di lei. È davanti a me. Ancora, i nostri visi sono vicini, vicinissimi. Il bacio stavolta é lento, assaporato. Le labbra sanno, il corpo sa. Noi no, ma lui sì. E ci fidiamo che ci conduca laddove la mente può solo ipotizzare, solo abbozzare. L’abbraccio é lento, persino penoso. Improvvisamente, so che sente il mio sesso contro di sé. So che non m’importa. So che non le importa. O che non la disturba. La guardo. No: nei suoi occhi c’é calma. Quiete. Spazzata da pura e semplice lussuria. Il resto é un altro bacio, mani, carezze, strette. Una sua mano mi accarezza il sesso avvolto dai calzoni. Una mia mano le stringe le natiche sode. Desiderio, spasmodico. Era diverso per i nostri avi? Era diverso per l’uomo quando ancora non poteva dirsi tale? Non credo proprio. Anzi, ...