Mio suocero – 8° – Il ritorno di Paolo
Data: 01/09/2018,
Categorie:
Erotici Racconti,
Cuckold
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu
... qualche problema, da parte sua, per cui potevamo solo sentirci, senza vederci. Anche se negava, sentivo che aveva la voce stanca e pensavo di regalarci, alla fine di quella lunga trasferta, una bella breve vacanza per ricaricarci entrambi e per stare un po’ insieme…
E finalmente, dopo diverse -interminabili!- settimane, a casa! Entro e Monica non è ancora rientrata dal lavoro, come già sapevo: le avevo proposto di andarla a prendere all’uscita dal lavoro, ma ha detto che lavorava in una nuova sede e che… che non era il caso, insomma e che appena finito sarebbe subito venuta a casa.
Vedo che ha già apparecchiato: tovaglia del corredo, bicchieri di cristallo, piatte e posate del “servizio buono”, candele sulla tavola… Sorrido: adoro Monica con questi slanci d’affetto, per questi suoi “bentornato!” Mi metto sul divano e aspetto… Poi sento un tic-tic-tic di tacchi a spillo fuori dalla porta, che si fermano giusto davanti e il tintinnio del mazzo di chiavi… Strano, Monica avrà voluto farmi una sorpresa, visto che lei non usava mai i tacchi a spillo, non li amava…
Balzo in piedi e la vado aspettare nell’ingresso: come apre ed entra, la abbraccio e la bacio… poi allungo le braccia, tenendola per le spalle e la guardo… Labbra a canotto e tettone e… e fianchi più pronunciati; un paio di decolté ai piedi con tacco vertiginoso e una mini -già corta!- che tende a risalire da sola e una camicetta striminzita che quelle… nuove tettone, non sorrette da un reggiseno, sembravano ...
... voler far esplodere!
«Ma amore…» provai a cominciare a chiedere.
«Stt! Stt! Aspetta, non parlare, amore mio… Siediti a tavola che adesso arrivo col vino e poi cominciamo a cenare…» mi dice Monica. La guardo mentre va verso la cucina, sculettante; rifletto che con quei tacchi dev’essere costretta a quell’andatura sensualissima.
Avrei voglia di prenderla, spogliarla, metterla sul tavolo, strappando via la tovaglia con piatti bicchieri eccetera e prenderla lì, come un animale, ma… ma lei ci rimarrebbe male, dopo aver organizzato tutta la cenetta per il mio rientro, poverina… Così arriva con una bottiglia di spumante, che stappiamo e poi -dopo un brindisi mentre ci sorridiamo- cominciamo a sorseggiare.
Poi lei, con un sorriso stranamente velato, come se avesse… il freno a mano tirato, va in cucina per prendere la zuppiera con la pasta.
Mentre la guardo tornare, sento aprire di nuovo la porta di casa, dietro di me; mi giro, stupito e… mio padre!!!
«Sei arrivato alla fine, mezzasega…»
«Papà! Ma… cosa ci fai qui? Sì… no… cioè… uhm… volevo dire… ecco…» mi turbinano un milione di domande in testa, a causa del fatto che non ha mai smesso di denigrarmi, nella vita e che non lo vedevo dal mio matrimonio con Monica… Poi mi venne in mente di fargli una domanda… «Ma… come sei entrato, papà?» «Vedi che sei sempre il solito coglione? Con le chiavi… vedi?» e mi mostra un anello con le due chiavi. Sto cercando di pensare ad una risposta, quando lui chiama: «Vieni qui, ...