Maya e Alex 2 - pt.1/2
Data: 31/08/2018,
Categorie:
Etero
Autore: AleSte9, Fonte: EroticiRacconti
... discorso che facemmo qualche sera prima, dopo aver giocato al "ragazzo delle consegne" e aver fatto sesso. Le sue parole mi rimbombano nella testa e quei pensieri, il volerlo fare con un ragazzo, mi tornano alla mente violenti come un pugno al cuore.
Tornato a quel momento, estraniandomi completamente dal mondo.
Ho iniziato a focalizzare l'immagine di Maya, in ginocchio davanti ad uno sconosciuto mentre glielo succhia, si volta verso di me e mi fa cenno con la mano di avvicinarsi. Io lo faccio, quasi mosso da un impulso non mio, come se fosse qualcuno a muovermi... E mi metto in ginocchio vicino a lei e davanti agli occhi l'immagine di un pene lungo forse quanto il mio. Lei lo afferra con una mano e con l'altra mi avvicina il viso a quel grosso cazzo. La mia bocca si apre da sola e me lo faccio mettere tutto in bocca e inizio a succhiare.
M: «Alex...!? Oh, ma ci sei? Andiamo via?»
La voce di Maya mi scuote dai pensieri e torno nel mondo reale, il cuore che ancora batte veloce nel petto e... un'erezione, ad occhio altrui, ben nascosta.
S: «Tutto ok? Sembrava ti fossi addormentato con gli occhi aperti.»
A: «Sì... N-no, mi è venuta in mente una cosa di... lavoro e ho iniziato a fantasticare.»
Riesco a stento a far sembrare la mia voce normale e non come fossi in preda all'euforia.
Usciamo dal locale, ma non prima di essermi fatto passare l'erezione. Decidiamo quindi di tornare a casa e, visto che abitiamo vicini, di ...
... farcela a piedi. Samuele ci accompagna per un pezzo per poi confessare di aver lasciato la macchina lì vicino e quindi decide di salutarci. Probabilmente io e Maya abbiamo avuto la stessa idea perché nel momento in cui lui si volta per andare alla macchina entrambi diciamo:
A&M: «Aspetta...!»
Lui ci guarda e pure noi ci guardiamo avendo quasi un sussulto, come se fossimo stati sorpresi a rubare qualcosa. Torno a guardare Samuele come se nulla fosse e indico un palazzo a non più di cento metri da lì in linea d'aria.
A: «Guarda, noi abitiamo lì. Ti va di venire da noi? Ci beviamo l'ultimo bicchiere. Il bicchiere della staffa.»
Lui ci guarda entrambi, non risponde. Ci squadra, curioso e incredulo, tanto che entrambe le sue sopracciglia si alzano. Guarda l'orologio.
S: «Non saprei ragazzi. Domani dovrei svegliarmi presto ed inizia ad essere tardi.»
A: «Dai. Vieni. Ti facciamo assaggiare un po' di liquori che facciamo in casa.»
Insisto io con un tono di voce sul volto che mostra sincerità e un sorriso amichevole. Lui non sembra cedere, ma è Maya a farlo crollare.
M: «E su... Non farti pregare.»
La voce è la sua, ma il tono che usa sembra quello di una bambina che vuole convincere la mamma a dargli una caramella.
Guarda in direzione del palazzo e poi di nuovo verso di noi.
S: «E va bene.»
Un sorriso si dipinge sulla bocca di entrambi prima di guardarsi in faccia e fare tutti e due lo stesso sguardo di intesa.
CONTINUA