Danilo e federico - parte i: la sciarpa (5)
Data: 29/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... Qualcos’altro, però, attirò la mia attenzione. Danilo era nudo: in un angolino notai la punta del suo cazzo a riposo e le gambe toniche.
“Oh cazzo, ma dove avevo la testa in questi giorni. Ti ringrazio, passo a prenderla il prima possibile”.
“Non serve” rispose lui di rimando, “oggi devo passare dalle tue parti per alcune commissioni. Dammi l’indirizzo preciso”.
Il cuore mi saltò in gola. Con le dita tremanti, condivisi la mia posizione.
“Perfetto, sarò lì per le 17”.
Abbandonai il telefono e mi guardai attorno: la casa era ridotta a un porcile, segno della mia indolenza degli ultimi giorni. Passai tutta la mattinata a pulire e a riordinare, sebbene ci fosse la possibilità che Danilo non sarebbe nemmeno entrato in casa. Immaginavo già che, una volta consegnata la sciarpa, sarebbe corso via verso uno dei suoi innumerevoli impegni. Ma, almeno, in questo modo ebbi la sensazione di tenermi occupato.
Preparai un pranzo affrettato e, dopo averlo consumato, mi stesi un attimo sul letto per riposarmi dalla fatica delle frettolose faccende. Feci un sogno turbolento: un orso mi inseguiva nella foresta, non mi dava un attimo di pace. Cercavo di nascondermi ovunque potessi, ma la bestia riusciva a scovarmi ogni volta. Correvo a perdifiato ma, ad un certo punto, inciampavo in una radice scoperta di un albero. L’ultima scena che vidi fu l’orso che con un balzo si preparava ad azzannarmi alla gola, quando il frastuono del campanello mi fece svegliare di soprassalto. ...
... Stordito, riacquisii gradualmente il contatto con la realtà e misi a fuoco per leggere l’orario: le 17:05. Il campanello suonò ancora. Col cuore in gola, mi precipitai giù dal letto e corsi ad aprire.
Sulla soglia c’era Danilo, imponente, affascinante e visibilmente spazientito.
«Era ora, credevo che non fossi in casa. Stavo per lasciare la sciarpa appesa alla maniglia».
«No, scusami» biascicai, con la bocca impastata, «è che…».
«Hai un aspetto orribile» osservò lui.
Con una smorfia, ammisi: «Mi sono addormentato».
«D’accordo» fece lui. Mi porse la sciarpa e lo ringraziai.
«Ti va di accomodarti un attimo?» gli proposi.
«Ho un appuntamento tra poco, ma a me piace arrivare almeno con mezz’ora di anticipo» mi rispose, e fece per andarsene.
«Oh, andiamo» gli dissi, mentre era già di spalle. «Dammi almeno l’occasione di scusarmi per averti fatto attendere».
Danilo si voltò, sospirando. Alla fine acconsentì e mi feci da parte per permettergli di entrare in casa.
Lo vidi che si guardava attorno, con una lieve espressione di perplessità sul viso. L’appartamento era piccolo, al punto che con la sua imponenza sembrava occuparlo per intero.
«Non è nulla di che» mi affrettai a spiegare, sebbene non dovessi giustificarmi di nulla. «È quello che posso permettermi con il mio stipendio».
«Che lavoro fai?» mi chiese, accigliato.
«Sono supplente di lettere in una scuola superiore qui vicino» risposi prontamente.
«Capisco». Utilizzò un tono molto neutro: ...