1. Il carrozziere di fiducia


    Data: 31/08/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Michellerimini, Fonte: Annunci69

    ... ora si spiegava quel fisico tonico e quella muscolatura. Mi tastò i bicipiti, ma lo fece in un modo bellissimo, chiudendo la sua possente mano quasi a voler misurare la circonferenza del mio braccio non a volerne constatare da durezza e si soffermò a guardare il pacco che emergeva dai jeans e sfiorò la sua mano, con segno di ammirazione.
    
    Quel tocco maschio, ma gentile, sicuro e sensuale, mi provocò un'erezione spaventosa, e credo di essere diventato rosso in viso.
    
    La cosa diventò incontenibile quando Rüdeger mi disse che lui non faceva sport, ma che doveva la sua muscolatura al solo lavoro. Poggiai la mano sul suo pettorale e la mia erezione fu totale. Credo che Rüdeger abbia notato il mio coinvolgimento. I suoi occhi avevano mostrato un’espressione splendida, si erano inumiditi e si erano illuminati, assumendo un colore più vivo, ed arricchendosi di una dolcezza incredibile.
    
    Avevo fretta di riavere la mia auto, ed esposi il problema a Rüdeger, che mi suggerì un soluzione per risolvere il dilemma, gli avrei dovuto portare l'auto l'indomani mattina che era sabato, giornata in cui normalmente lui non lavorava, così sarebbe stato libero di lavorare solo sulla mia auto.
    
    Così feci, e l'indomani mattina, alle 6:30 giunsi assonnato da Rüdeger, nei miei calzoncini militari e con la mia T-shirt verde, cappellino mimetico e scarpe da trekking. Rocco era appena arrivato, e quando mi vide mi squadrò da capo a piedi ed esplose in un non atteso:
    
    -“Complimenti, Michelle'', ...
    ... che mi lasciò senza fiato.
    
    Corse a cambiarsi e, a differenza del giorno precedente, tornò con un paio di calzoni blu ed una T-shirt bianca, che mettevano in risalto il suo corpo meraviglioso.
    
    La zip era aperta a metà, lasciando intravedere maglieria intima bianca a costine.
    
    -“Sai Michelle, normalmente in officina non e' ammesso nessuno, ma se chiudiamo la saracinesca sarei contento che restassi qui, il lavoro sarà meno pesante”. Mi disse Rüdeger. Accettai con piacere e dopo essere andato a comprare due caffè dal bar vicino, chiusi alle mie spalle la saracinesca.
    
    Rüdeger si mise subito al lavoro, io ero vicino a lui, e gli reggevo la lampada con la quale illuminavo la zona del paraurti sulla quale lavorava. Lui era steso sul piccolo carrello con quattro ruote, che gli consentiva di infilarsi sotto l'auto, dal lato anteriore. Io dovevo illuminare la zona anteriore del sotto l'auto, usando un plaid vecchio, per evitare di insudiciarmi. Ero vicinissimo a Rocco.
    
    Sentivo il suo respiro, sentivo l'aroma del suo corpo, l'odore intenso che veniva fuori da quella zip semiaperta. Sentivo le sue espressioni di strizza quando un bullone non si allentava, rispondevo alle sue richieste quando mi diceva di illuminare meglio una zona. Si era creata un'intesa molto bella, e mi sentivo sempre più vicino ed attratto da quel corpo. Ad un tratto non riuscii a controllare più le mie emozioni.
    
    Rüdeger era steso la schiena ricurva per cercare la forza per allentare un bullone, le ...
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